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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2011 alle ore 14:18.

Nella foto Valentina Vezzali con Aldo Montano (Olycom)Nella foto Valentina Vezzali con Aldo Montano (Olycom)

Le grandi imprese nascono solitamente da premesse complicatissime. Che col passare del tempo si plasmano e prendono la forma del successo che riempie di gloria e di gioia proprio perché in larga misura inatteso. Valentina Vezzali e Aldo Montano, due delle migliori firme di sempre della scherma italiana, sono tornati sul gradino più alto del podio in una manifestazione internazionale. Nella prima giornata dei Mondiali in corso a Catania, hanno conquistato l'oro che vale un'altra di pagina di storia del fioretto femminile e della sciabola maschile. Meglio di così, proprio non si poteva cominciare.

In molti credevano che la loro carriera avesse ormai imboccato la parabola discendente, vuoi perché gli anni passano per tutti (la Vezzali ha 37 anni, Montano 33 tra qualche giorno) e prepararsi per rimanere al top costa sempre più fatica, vuoi perché quando diventi uno dei migliori le critiche si fanno più dure e spietate. Tanto da condizionare, a volte pesantemente, l'equilibrio psicofisico che fa la differenza nei momenti più difficili.

«Come persona non mi piace, come atleta è un fenomeno», aveva detto a proposito della Vezzali Elisa Di Francisca, l'ex sparring partner della campionessa che negli ultimi anni aveva messo sotto la sua compagna di squadra in nazionale in un paio di occasioni importanti (titolo italiano ed Europei di Lipsia, entrambi nel 2010). La Di Francisca, 29enne di Jesi, come la Vezzali e la Trillini, l'altra grande di casa Italia, è arrivata a Catania con l'intenzione di difendere il Mondiale che aveva vinto l'anno scorso a Parigi. Ha fatto benissimo fino alla finale, nella quale si è trovata di fronte, guarda un po', proprio la Vezzali, ed è stata subito sera. Meglio, tarda notte, da buio assoluto.

Già, perché la Vezzali voleva riprendersi lo scettro di regina del fioretto femminile. E fare il suo ingresso nel libro delle migliori atlete di sempre della scherma internazionale. Il confronto è stato un monologo. Dal parziale di 6 a 0, al 15-7 del finale, la Di Francisco non è mai riuscita ad entrare in gara, «sembrava che sapesse in anticipo le mie mosse», dirà al termine dell'incontro. La Vezzali è stata praticamente perfetta. A chi le ha chiesto le ragioni di tanto entusiasmo e tanto talento, ha risposto: «Il segreto sta tutto nella capacità di trovare dentro di noi la serenità necessaria». Parole che ha fatto sue dopo aver visto con la figlia il cartoon-movie "Kung Fu Panda 2", «perché con la pace interiore – ha aggiunto la campionessa 37enne - niente è impossibile». Con i sei titoli mondiali che da oggi può esibire in bacheca, la Vezzali ha fatto meglio di tutte le altre schemitrici che l'hanno preceduta. È ancora lei la numero uno. E a Londra, lo dicono sottovoce le persone che le sono più vicine, non mancherà di sorprendere ancora.

La giornata di ieri ha portato tanta felicità anche in casa Montano. L'ultimo talento della famiglia toscana che ha fatto la storia della scherma italiana (nonno Aldo è stato un campione), ha centrato un obiettivo che alla vigilia sembrava distante, quasi irraggiungibile, a causa di una tendinite che gli provoca guai da tempo. Aldo Montano ha risposto con una prova a cinque stelle alle tante critiche che lo davano per finito dopo i numerosi infortuni che ne avevano condizionato il percorso sportivo e per quelle scelte un po' così che sembravano indirizzarlo definitivamente verso il mondo dello spettacolo (chi ricorda la sua partecipazione al reality "La fattoria" e la relazione da rotocalco con Manuela Arcuri?).

In effetti, l'oro alle Olimpiadi di Atene del 2004 poteva rappresentare per Montano l'inizio di una grande stagione di successi in ambito internazionale. Ma le cose non sono andate per il verso giusto e così lo schermidore livornese, che fra qualche giorno si sottoporrà probabilmente a un intervento per risolvere il problema muscolare che gli impedisce di rendere al meglio, ha accumulato negli anni una grande voglia di rivalsa contro tutti e tutti. «Mi sento uno dei più forti, un atleta che un giorno può vincere e quello dopo perdere. Anche se mi avevate dato per finito. Nella carriera di tutti ci sono alti e bassi. Sono uno zoppo di talento», ha detto alla stampa al termine della finale vinta benissimo contro il tedesco Limbach. Sugli spalti, ad applaudirlo, c'era anche Antonella Mosetti, l'ex showgirl che da tempo è la sua inseparabile compagna. E che l'ha sostenuto anche nel periodo in cui, lo ammette lo stesso Montano, «tutto era difficile e io ero proprio insopportabile».

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