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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2011 alle ore 21:28.

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Liam Fox, ministro della difesa britannico, si è dimesso per lo scandalo delle amicizie ingombranti con un giovane scozzese che si faceva passare per suo assistente personale. Fox ha scritto una lettera al primo ministro, David Cameron, ammettendo di aver «erroneamente» permesso che «ci fosse confusione tra i suoi interessi personali e le sue attività di governo».

Le dimissioni di Fox sono arrivate dopo un teso faccia a faccia con Gus O'Donnell, il Cabinet secretary, a cui Downing Street aveva affidato l'inchiesta sui rapporti tra il ministro e Adam Werritty (in odore di rapporto gay nascosto dal ruolo di testimone di nozze di Adam), auto-definitosi assistente personale in viaggi all'estero, da Dubai a Sri Lanka e negli Stati Uniti. È stato un blogger italiano, Filippo Sensi, a trovare sul web le immagini di un incontro della strana coppia britannica con vip del governo di Sri Lanka.

Le dimissioni di Liam Fox da ministro della Difesa costringono David Cameron al primo rimpasto della coalizione di governo, un'operazione che il primo ministro britannico avrebbe preferito rimandare al giro di boa di metà mandato, dopo aver già perso il portavoce Andy Coulson travolto dagli scandali del gruppo Murdoch.

Accettando le dimissioni, il primo ministro britannico ha reso omaggio al «superbo lavoro» svolto dall'ex rivale alla leadership dei Tory ma si è affrettato a nominarne il successore: il ministro dei Trasporti Philip Hammond. «Le conseguenze delle mie azioni sono diventate più chiare con il passare dei giorni», ha ammesso da parte sua Fox, un ex medico cresciuto nelle council house della grande Glasgow: un beniamino della destra britannica, fedelissimo di Margaret Thatcher.

E intanto oggi un nuovo imbarazzo per Cameron è arrivato dal capo del suo ufficio politico, il sottosegretario Oliver Letwin, sorpreso a buttare nei cestini della spazzatura di un parco un centinaio di documenti ufficiali: lettere di elettori ma anche corrispondenza di intelligence e politica estera sui rapporti con la Ue e il terrorismo. Un episodio bizzarro ma che è tornato a rilanciare le polemiche sul buon senso del primo ministro nella scelta dei suoi più stretti collaboratori.

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