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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2011 alle ore 10:10.

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Per la Giornata mondiale dell'alimentazione, domenica 16 ottobre, torna "Run for Food", la sesta edizione della corsa contro la fame per le vie di Roma con partenza dalle Terme di Caracalla, vicino al palazzone bianco della Fao, nel 60° anniversario dello stabilimento della sede nella capitale italiana. I fondi raccolti saranno devoluti alla Fao per Telefood e serviranno a finanziare progetti a sostegno delle popolazioni del Corno d'Africa, colpite da una devastante siccità, i cui effetti si sono sommati al persistere di instabilità e conflitti nella regione e al rialzo dei prezzi alimentari.

Si calcola che quasi 13 milioni di persone siano state colpite dalla crisi, che ha avuto enormi conseguenze in termini di perdita di vite umane, insicurezza alimentare e povertà.

Lunedì 17 ottobre, dopo la cerimonia ufficiale nella Sala plenaria della Fao, l'Ara Pacis ospiterà il simposio dal titolo "Alimentare il futuro" con il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini e i capi delle tre agenzie dell'Onu con sede a Roma - Fao (Organizzazione dell'Onu per l'alimentazione e l'agricoltura), Ifad (Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo) e Pam (Programma alimentare mondiale) - rispettivamente, Jacques Diouf, Kanayo Nwanze e Josette Sheeran. Sempre lunedì partirà la campagna di solidarietà promossa dalla Farnesina: un sms di due euro, da inviare entro il 23 ottobre al numero 45503, per sostenere i progetti delle Nazioni Unite nel Corno d'Africa.

Sono 925 milioni, in base alla stima del 2010, le persone che soffrono la fame nel mondo. Molti di loro stanno ancora pagando le conseguenze della crisi alimentare ed economica del 2006-2008. Crisi come queste - secondo Fao, Ifad e Pam - «mettono a rischio i nostri sforzi verso l'obiettivo del Millennio di dimezzare per il 2015 il numero delle persone che soffrono la fame. Ma anche se l'obiettivo venisse raggiunto, nei paesi in via di sviluppo rimarrebbero comunque circa 600 milioni di persone sottonutrite e questo non è accettabile».

Le organizzazioni non governative di volontariato sollecitano l'attenzione del vertice G-20, che si riunirà il 3 e 4 novembre a Cannes, per affrontare con urgenza le cause della volatilità dei prezzi alimentari. Di questa necessità si è detto convinto anche il presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, alla guida quest'anno sia del G-8 che del G-20: «Speculare sulla pelle dei consumatori e dei produttori è una cosa insopportabile. È giunta l'ora di regolamentare questi mercati rendendoli più trasparenti, perché oggi la crescita è minacciata da una speculazione finanziaria sfrenata sulle materie prime». Sarkozy ha ricordato che «l'unica sede in cui queste regole possono essere adottate è il G-20, perché riunisce i principali paesi produttori e consumatori di materie prime e prodotti agricoli». In effetti, secondo Action Aid Italia, «la dichiarazione finale del vertice G-8 di maggio a Deauville, conferma che, a due anni dal lancio dell'Aquila Food Security Initiative (decisa al G-8 dell'Aquila nel 2009, ndr) meno di un quarto dei 22 miliardi di dollari promessi sono stati realmente investiti; è preoccupante che gli otto Grandi non abbiano annunciato misure concrete per sborsare i fondi che ancora devono essere versati, né si siano fatti portavoce di un'iniziativa urgente per frenare la crisi alimentare». Un altro monito è arrivato dall'organizzazione medico-umanitaria Medici senza frontiere (Msf): 195 milioni di bambini sotto i cinque anni nel mondo soffrono di malnutrizione. Un numero pari ad un terzo della popolazione d'Europa per il quale è in atto, a livello mondiale, un errato sostegno che avviene con l'invio di aiuti alimentari inadeguati e cibo scadente. I bambini al di sotto dei due anni sono i più vulnerabili e senza l'accesso a un cibo altamente nutritivo soffriranno conseguenze debilitanti per tutta la vita.

«Il sistema globale degli aiuti alimentari - afferma Unni Karunakara, presidente internazionale di Msf - non è ancora al passo con i progressi fatti dalla scienza della nutrizione. La maggior parte degli aiuti alimentari comprendono farine a base di mais e soia, che non contengono i nutrienti vitali e le proteine di cui hanno bisogno i bambini». Alcune organizzazioni internazionali, come il Programma alimentare mondiale, stanno adeguando le forniture, come è avvenuto nel caso delle crisi nutrizionali in Niger, Somalia, Kenya, per le inondazioni in Pakistan e il terremoto a Haiti, ma «i bambini che vivono fuori da queste grandi emergenze - rileva Msf - continuano a ricevere prodotti che non soddisfano i loro bisogni nutrizionali». Alla vigilia della Giornata mondiale dell'alimentazione, intanto, Coldiretti ha firmato a Roma con la Rete delle organizzazioni contadine dell'Africa occidentale (Roppa) un protocollo d'intesa per la promozione dell'agricoltura familiare sostenibile. L'accordo sollecita anche l'adozione di regole per porre un freno alle speculazioni internazionali e al "land grabbing" (l'accaparramento delle terre fertili, soprattutto in Africa) da parte di enti pubblici e privati, rafforzando nel contempo il diritto di accesso alla terra delle comunità locali.cAttraverso il protocollo con Roppa, spiega una nota di Coldiretti, si vuole dare un contributo alla discussione sui modelli di governance dell'agricoltura e del cibo. «Il mondo ha fame e i più affamati sono proprio gli agricoltori», ha affermato Djibo Bagna, nigerino, alla testa della delegazione africana a Roma. Per il presidente di Coldiretti Sergio Marini «occorre investire nell'agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali, per sfuggire all'omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall'estero»

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