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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2011 alle ore 19:11.

Il Card. Angelo Bagnasco (Ansa)Il Card. Angelo Bagnasco (Ansa)

Di una cosa tutti sembrano certi: che dal congresso cattolico di Todi di non uscirà un partito politico. A escluderlo sono tutti i vertici delle associazioni che domani prenderanno parte alla giornata organizzata dal forum delle Persone e delle Associazioni di Ispirazione cattolica del mondo del lavoro, promosso a sua volta da Cisl, Mcl, Acli, Confcooperative, Confartigianato, Compagnia delle Opere e Coldiretti.

E' vero che bisogna ripartire da un nuovo impegno dei cattolici in politica, ma questo non vuol dire fondare un nuovo soggetto. Tantomeno, ridare vita a un clone della vecchia Democrazia Cristiana.

A escluderlo è Andrea Olivero, presidente delle Acli, che parla di una nuova urgenza di formulare proposte per uscire da questa impasse politica: «Già il fatto che si troveranno al forum organizzazioni e associazioni diverse, pur accomunate dall'identità dell'ispirazione cristiana, deve mettere la parola fine a un simile ragionamento: mai queste organizzazioni potrebbero creare un unico partito».
D'accordo si dice anche Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio: «Il nuovo soggetto politico dei cattolici, secondo l'esortazione contenuta nella prolusione del cardinale Angelo Bagnasco al consiglio permanente della Cei, non sarà un partito». E ancora, Carlo Costali, che guida il Movimento Cristiano Lavoratori: «Non si tratta di individuare leader, ma idee e linee per cambiare il Paese».

Quagliariello (Pdl): «Non sia riedizione anacronistica di partiti unici fuori dalla storia»
Anche se non si evolverà in un partito, il movimento cattolico continua a destare l'attenzione dei partiti che esistono già. E che si augurano in primis che non torni la Dc, ma anche che non venga minato il bipolarismo. Dalla vicina Norcia, dove si è riunita la Fondazione Magna Carta per i consuenti "Incontri" dedicati al dialogo fra laici e credenti, Gaetano Quagliariello del Pdl cita e sottoscrive un messaggio del cardinale Camillo Ruini, nel quale l'ex presidente della Cei parla del bipolarismo italiano «come del bimbo che non va buttato con l'acqua sporca, ma che va educato, fatto crescere e messo in salvo». «Va benissimo - dice Quagliariello - se nuove energie giungono in politica. L'importante è che non pretendano di distruggere la cornice» e ancora «Todi non deve essere considerata come l'anacronisica e nostalgica riedizione di partiti unici fuori dalla storia. Una collaborazione è possibile laddove vi sia chiarezza di intenti. Una volta fissata la centralità dei contenuti rispetto ai contenitori credo che un piccolo contenitore possiamo costruirlo».

I Modem vedono in Todi un'occasione per ripensare le alleanze
L'appello per un contatto più immediato, invece, viene da sinistra e per la sinistra. E' contenuto in una sorta di manifesto-lettera pubblicata oggi sul quotidiano della Cei "Avvenire", firmata da Paolo Sorbi, Pietro Barcellona, Mario Tronti e Giuseppe Vacca: quattro intelllettuali di formazione marxista che esortano il Pd e il suo segretario Pier Luigi Bersani a fare i conti con «i valori non negoziabili» delinati da papa Benedetto XVI. «Il rischio incombente per un centrosinistra rassegnato a seguire derive radicali - scrivono - è di non riuscire a elaborare una cultura di governo all'altezza delle gigantesche sfide del nostro tempo». Che potrebbe significare un invito a ripensare l'opportunità di un'alleanza con Di Pietro-Vendola per dare più spazio alla componente Modem legata a Giuseppe Fioroni, che da tempo scalpita per un cambio di marcia all'interno del partito. La risposta di Bersani è arrivata dalle pagine dell'Unità: il Pd è «pronto al confronto» e si trova a «suo agio tra credenti e non credenti», puntando a «una politica rispettosa del magistero della Chiesa» ma senza «tentare di arruolarla come fanno altri».

Casini: «I politici hanno paura dei cattolici?»
«Domani a Todi personalità del mondo cattolico si troveranno per discutere del futuro dell'Italia. Vedendo le reazioni di tante parti della politica, una domanda si pone: chi ha paura dei cattolici?». Lo scrive Pier Ferdinando Casini, leader Udc, sul suo blog. «La risposta è semplice: tutti coloro che si rallegrano di un Paese allo sfascio, e tanti nella politica, vorrebbero che tutto rimanesse come è. E allora noi ci sentiamo di dire agli amici di Todi: grazie e avanti!».

I cattolici italiani e la «voglia» di Germania (di Carlo Marroni)

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