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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2011 alle ore 12:54.

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Una cerimonia privata per ricordare Steve Jobs, fondatore di Apple scomparso quasi due settimane fa, in una cappella della città universitaria di Stanford. Hanno partecipato amici, politici, star dello spettacolo, imprenditori, manager: è una lunga lista che tocca molti momenti decisivi nella storia dell'azienda di Cupertino. Il governatore della California, Jerry Brown, ha dichiarato l'ultima domenica "Steve Jobs day" dicendo che "ha incarnato il sogno californiano".

Era presente Tim Cook, amministratore delegato di Apple: è stato il primo a sostituirlo dopo l'annuncio della malattia sette anni fa. All'ingresso era accompagnato da un uomo vestito come un monaco buddista.

È arrivato anche Scott Forstall, vicepresidente del software iOS. Secondo le agenzie di stampa sono entrati nella chiesa di Stanford anche Larry Page, numero uno di Google, e l'erede dell'impero del colosso sudcoreano Samsung, Jay Y. Lee, invitato da Cook. Tra i politici, l'ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, il sindaco di Chicago Rahm Emanuel e Al Gore, ex vicepresidente degli Usa e membro del consiglio di amministrazione di Apple. Non sono mancati Bono Vox, amico di lunga data di Jobs, e Tim Allen, doppiatore nella serie Toy Story di Buzz Lightyear: a produrla è la Pixar, acquistata negli anni Ottanta dal fondatore di Apple. Tra gli invitati anche Rupert Murdoch, numero uno del gruppo NewsCorp. La cappella di Stanford ha ospitato nel 1996 una funzione commemorativa per David Packard, fondatore di Hp.

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