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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2011 alle ore 06:40.

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BARI
Tempi e gestione dell'inchiesta a Bari sulle escort del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sotto la lente degli ispettori inviati dal ministro alla Giustizia Nitto Palma. Iscrizioni nel registro degli indagati, perquisizioni e sequestri, interrogatori: è l'intera indagine, che per prima ha svelato il giro di prostitute attorno al premier, a essere ora sotto inchiesta. Sono giunti nella mattinata di ieri gli ispettori Andrea Nocerra, Giuseppe Maiuro e Tonino Di Bona, guidati da Gianfranco Mantelli, numero due dell'ispettorato generale di via Arenula, guidato da Arcibaldo Miller, astenutosi dall'ispezione per legami di amicizia col procuratore capo Antonio Laudati. Alla base del controllo amministrativo, i "veleni" tra l'ex pm titolare dell'indagine escort, Giuseppe Scelsi, e il procuratore capo Antonio Laudati. Gravi attacchi da entrambe le parti, già allo studio del Consiglio superiore della magistratura e della Procura della Repubblica di Lecce. Da una parte c'è Scelsi e il colonnello della Gdf Salvatore Paglino, che accusano Laudati di aver rallentato l'indagine per tutelare il premier. Dall'altra il procuratore capo che, respingendo ogni illazione, allunga un'ombra sugli atti investigativi compiuti dall'allora pm Scelsi, come le perquisizioni a maggio 2009 dell'abitazione e della sede societaria di Gianpaolo Tarantini che, difatti, provocarono un'immediata interruzione delle intercettazioni tra il faccendiere pugliese e il premier. Non solo. Quella perquisizione, secondo lo stesso procuratore, avrebbe messo in guardia l'imprenditore Roberto De Santis, vicino ad ambienti del Partito democratico pugliese e finito nelle intercettazioni dell'inchiesta escort per il traffico di prostitute. Un errore investigativo o una manovra fatta appositamente, come ritiene Laudati? Tutto questo sarà oggetto di accertamento da parte degli ispettori ministeriali. I tecnici, infatti, non entreranno nel merito dell'indagine. Anzi, qualora dovessero chiedere di poter leggere le carte dell'indagine, la Procura ha già fatto sapere che la possibilità verrà negata. In particolare, i magistrati ministeriali ascolteranno tutti i pm che si sono occupati dell'inchiesta escort.
Il calendario è già pronto: oggi toccherà a Laudati e ai pm che hanno concluso l'indagine, Ciro Angelillis ed Eugenia Pontassuglia. Domani, invece, sarà la volta dei procuratori aggiunti Annamaria Tosto e Pasquale Drago, lo stesso che sta indagando sulla presunta induzione di Gianpaolo Tarantini a riferire circostanze false nell'indagine escort sul coinvolgimento mediatico del presidente del Consiglio.
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VELENO IN PROCURA
Csm e Lecce già all'opera
Compito degli ispettori del ministero della Giustizia inviati a Bari sarà fare chiarezza sulle accuse reciproche tra l'ex pm titolare dell'indagine sulle escort per il premier, Giuseppe Scelsi, e il procuratore capo Antonio Laudati, già allo studio di Csm e Procura di Lecce. Scelsi accusa Laudati di aver rallentato l'indagine per tutelare il premier. Il procuratore capo allunga un'ombra sugli atti investigativi di Scelsi, come le perquisizioni nell'abitazione e nella società di Gianpaolo Tarantini che provocarono l'interruzione delle intercettazioni tra l'imprenditore e il premier

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