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Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2011 alle ore 12:58.

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La cocaina non è più una droga elitaria. Una dose costa 40-50 euro e i pusher si piazzano anche nelle scuole. A dimostrazione dell'aumento dell'uso di droghe a Milano ci sono i dati diffusi dall'Istituto Mario Negri, che ha affiancato alle statistiche sul consumo di stupefacenti l'analisi delle acque del depuratore di Nosedo, misurando i residui di queste sostanze nelle acque di scarico. Ogni anno nella città meneghina vengono consumati oltre 330 kg di cocaina, quantità doppia rispetto alle statistiche nazionali, le quali calcolano nell'1,2% della popolazione tra i 15 e i 64 anni (circa 10.000 persone nella città meneghina) i consumatori di questa droga.

I dati provenienti dal monitoraggio dell'impianto di depurazione, che serve circa 1,25 milioni di abitanti, evidenziano un residuo giornaliero medio di 0,5 kg di benzoylecgonina, residuo metabolico della cocaina rintracciabile nelle urine, 200 g di cocaina, 40 g di morfina (derivato dell'eroina) e 25 g di TCH-COOH (residuo della cannabis).

Picco nei week end
I dati provenienti dal monitoraggio evidenziano che l'ammontare dei residui rimane costante in tutti i giorni della settimana, dimostrando come a Milano l'eroina e la cannabis - in assoluto la droga più utilizzata, seguita dalla cocaina e dall'eroina - sono consumate con regolarità, mentre la cocaina registra picchi di consumo nei week end. Oltre ai residui di droghe, nelle acque di Milano sono presenti tracce di farmaci di uso comune, prodotti per l'igiene personale, metalli pesanti. Questi residui, benché in quantità inferiori ai limiti fissati dalla legge, non sono intercettati dagli impianti di depurazione convenzionali e rimangono nelle acque reflue, utilizzate per l'irrigazione dei campi. L'accumulo di queste sostanze, anche a bassissime concentrazioni, risulta nel tempo dannoso per l'ambiente e la salute.

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