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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2011 alle ore 17:08.

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"C'era molto expectazione…sul L'All Black. Forse anche troppo. Pero seconda mi non si perdano.
Si vincono da venti punti, quest'anno sono troppi forte, sono molto organizato, e supra tutto hanno voglia".

Arthur Stone, trequarti centro che ha vestito nove volte la maglia degli All Blacks negli anni 80 e successivamente ha giocato anche nella nostra serie A, non ha dimenticato l'italiano. Un italiano tutto suo, ovviamente, ultra-maccheronico. Da Dunedin, dove vive, esprime via email una serie di considerazioni in vista della finale di domenica tra Nuova Zelanda e Francia. In sostanza, c'è tutto quello che serve per capire l'animo dei suoi compatrioti. La Nuova Zelanda, come volevano gli organizzatori del Mondiale, è più che mai uno stadio da quattro milioni di persone. L'aspettativa è al massimo, la vittoria attesa da tanti anni sembra a portata di mano. Stesso stadio e stesse squadre: nel 1987, all'Eden Park di Auckland, gli All Blacks superarono 29-9 la Francia e vinsero la prima edizione della Rugby World Cup. L'attesa è fin troppa? Sì, secondo Arthur, ma il pronostico non cambia.

Un pronostico ovvio, quello a favore di McCaw e compagni, forti del fattore campo, di uno stato di forma sicuramente adeguato e della tenuta psicologica dimostrata finora, anche quando si è trattato di dover sostituire il miglior regista del mondo, il mediano d'apertura Dan Carter.
Però l'avversario è, in un certo senso, quello temuto di più. Perché la Francia è così: nel giorno giusto - ammette il ct neozelandese Graham Henry - può essere la squadra più forte del mondo. I transalpini sono arrivati in finale perdendo due partite su quattro nella fase a gironi (cosa mai successa prima), in sei partite hanno giocato davvero bene solo 40 minuti (il primo tempo contro l'Inghilterra nei quati di finale) e hanno un ct, Marc Lievremont, già licenziato.

Il 24 settembre, nell'ambito della pool A, All Blacks-Francia è finita 37-17 e qualcuno aveva pensato che i Bleus si fossero in qualche modo sottratti al confronto, pensando magari proprio alla possibilità di ritrovarsi in finale. Sembrava una provocazione la scelta di schierare all'apertura un mediano di mischia, Morgan Parra. Ma va detto che da allora Parra è stato il numero 10 titolare e ha fatto progressi nel ruolo. Pure quattro anni fa la finale, Sudafrica-Inghilterra, era stata un remake di un incontro della fase a gironi. E gli inglesi, sconfitti nel primo match con un clamoroso 36-0, dimostrarono ben altra consistenza nel momento più importante, pur perdendo 15-6.

Insomma i francesi - dati praticamente per spacciati dai bookmaker, con il colosso irlandese Paddy Power che ha addirittura già cominciato a pagare chi aveva puntato sulla Nuova Zelanda, cavandone un guadagno irrisorio - sanno di giocare la partita della vita avendo tutto (o quasi) contro. Anche i loro supporter dovrebbero essere assai meno numerosi rispetto al contingente di 10mila persone che li aveva seguiti nelle prime partite. Il fatto è che, come dice il seconda linea Pascal Papé, non molti attribuivano ai Galletti la capacità di arrivare fino in fondo al torneo. "Ma questo - assicura il giocatore dello Stade Francais, compagno di squadra del capitano azzurro Sergio Parisse - ci motiverà ancora di più".

Sull'altro versante, difficilmente gli All Blacks perderanno la concentrazione proprio adesso. Conoscono bene i francesi, ricordano le ferite dell'eliminazione in semifinale nel 1999 e ai quarti nel 2007, rimontati e battuti dalla squadra che partiva sfavorita. "Sono così pericolosi - ammonisce Carter, che dopo l'infortunio è diventato il fan numero 1 del team in nero - specialmente quando hanno le spalle al muro". Intanto il tifo di una nazione intera si fa sentire, eccome. "Mai visto niente del genere in Nuova Zelanda", assicura un altro veterano, il seconda linea Ali Williams.

E adesso non resta che aspettare. Meno di due giorni al fischio d'inzio del sudafricano Craig Joubert. Con un italiano, Giulio De Santis, che si è visto assegnare un compito delicatissimo: sarà lui l'arbitro addetto alla prova televisiva.

LE FORMAZIONI
Nuova Zelanda: Dagg; Jane, Smith, Nonu, Kahui; Cruden, Weepu; Read, McCaw (cap.), Kaino; Whitelock, Thorn; O. Franks, Mealamu, Woodcock. A disposizione: Hore, B. Franks, A. Williams, Thomson, Ellis, Donald, S.B. Williams
Francia: Medard; Clerc, Rougerie, Mermoz, Palisson; Parra, Yachvili; Harinordoquy, Bonnaire, Dusautoir (cap.); Nallet, Papé; Mas, Servat. Poux. A disposizione: Szarzewsky, Barcella, Pierre, Ouedraogo, Doussain, Trinh-Duc, Heymans

RUGBY WORLD CUP
Risultati e calendario della fase a eliminazione diretta (ora italiana)

Quarti di finale
Galles-Irlanda 22-10; Francia-Inghilterra 19-12; Australia-Sudafrica 11-9; Nuova Zelanda-Argentina 33-10

Semifinali
Francia-Galles 9-8; Nuova Zelanda-Australia 20-6

Finale per il terzo posto
Australia-Galles 21-18

Finale per il primo posto
Francia-Nuova Zelanda (domenica 23, ore 10)

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