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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2011 alle ore 15:57.

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Luca Palamara, Presidente dell'associazione nazionale magistrati.(Fotogramma)Luca Palamara, Presidente dell'associazione nazionale magistrati.(Fotogramma)

CATANIA. Una pax tra avvocati e magistrati per mettere la classe politica di fronte alle sue responsabilità in tema di giustizia. Dal palco del teatro San Giorgi di Catania il Presidente dell'associazione nazionale magistrati Luca Palamara - intervenuto al secondo giorno del 21° congresso dei giovani avvocati – rilancia il patto della giustizia e invita i legali ad appianare le divergenze con i magistrati per arrivare a un'efficace riforma della giustizia.

Il patto per la giustizia
La sfida che Palamara chiede di vincere è quella di superare gli steccati, affrontando l'impresa titanica di cambiare dall'interno. «L'associazione magistrati ha lavorato su tre punti – spiega il presidente dell'Anm – cominciando dal rapporto diretto con gli uffici giudiziari per conoscere i problemi con cui gli operatori della giustizia devono confrontarsi e per cui la politica non ha fatto nulla. Il secondo passo – prosegue Palamara – è stato quello di superare le differenze interne, valorizzando la professionalità della dirigenza. Il terzo, fondamentale, è quello di un'intransigente difesa dei valori costituzionali. Questo – conclude il vertice delle toghe – non può essere compito solo di una categoria. È dunque necessario rilanciare il patto per la giustizia tra tutti gli operatori del diritto anche a costo di rinunciare ad alcune caratteristiche difficili da lasciare».

La sfida del Consiglio nazionale forense
Raccoglie la sfida il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, che sottolinea il ruolo fondamentale dell'avvocato nella difesa dei diritti costituzionali e fondamentali della persona. «In questo momento di crisi economica è necessario riaffermare il ruolo dell'avvocato che deve essere visto per quello che è: il difensore dei diritti del cittadino e non dei propri – afferma il presidente Alpa – e i diritti da difendere sono quelli di chi nella scala sociale soffre di più perché sta più in basso. Per questa missione – afferma Guido Alpa – chiedo ai giovani avvocati e agli ordini la massima coesione e solidarietà con il Cnf». Anche il sostituto procuratore del Tribunale di Milano Armando Spataro invita alla collaborazione avvocati e magistrati «accomunati dallo stesso avvilimento».

I valori di Giovanni Falcone
C'è commozione tra i partecipanti al Congresso per le parole di Maria Falcone che ricorda come la legalità fosse l'imperativo categorico del fratello Giovanni e di Paolo Borsellino. Il solo assillo per cui valesse la pena non solo di vivere ma anche di morire. Valori che la professoressa insegna ai giovani anche attraverso la Fondazione intitolata a Giovanni e Francesca Falcone. E ai giovani pensa anche il presidente uscente dell'Aiga, Giuseppe Sileci, che invita il suo successore, a ridare fiducia a chi si affaccia alla professione. «Vorrei che chi viene dopo di me – confida Sileci – riuscisse a restituire ai colleghi più giovani la passione per la nostra professione e un po' di fiducia nel futuro».

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