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Questo articolo č stato pubblicato il 22 ottobre 2011 alle ore 14:40.

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(Reuters)(Reuters)

David Cameron ha pronto un discorso battagliero: domani, quando andrį a Bruxelles per il primo dei due summit Ue, il premier britannico avvertirį gli altri leader europei che la Gran Bretagna non intende essere «messa da parte» nelle grandi decisioni sulla politica economica e fiscale dell'Europa. I 17 Paesi dell'eurozona non possono imporre la loro volontą agli altri membri della Ue, dirį Cameron rispolverando l'antico dissidio tra Londra e Bruxelles.

L'Europa intanto torna a dividere il suo partito e a creare tensioni all'interno della coalizione di Governo tra Tories e Liberaldemocratici, tradizionalmente filo-europeisti. Cameron sta affrontando la piś pericolosa ribellione interna da quando č diventato premier: oltre sessanta deputati conservatori infatti hanno firmato una mozione che chiede di indire un referendum su una possibile uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea entro il maggio 2013. La mozione, chiesta da una petizione firmata da oltre centomila cittadini britannici, verrį discussa in Parlamento lunedķ. Cameron ha ordinato a tutti i deputati di votare contro la mozione e quindi un forte schieramento Tory a favore sarebbe un segnale di aperta sfida al premier.

A dimostrazione di quanto il Governo sia preoccupato per il voto e le sue possibili conseguenze oggi il ministro degli Esteri William Hague ha lanciato un appello ai deputati conservatori a votare contro l'ipotesi di referendum. Hague, pur essendo un noto euroscettico, ha detto che un referendum in questa delicata fase sarebbe controproducente.
"In quanto conservatore, voglio riprendermi alcuni dei poteri che abbiamo delegato a Bruxelles, come abbiamo promesso nel nostro manifesto elettorale, - ha affermato Hague. – Ma un referendum in questa fase di profonda incertezza economica non č la risposta giusta. Niente puó contribuire a una ripresa della nostra economia quanto una soluzione dei problemi dell'eurozona, mentre una spaccatura disordinata avrebbe un impatto devastante sulla nostra economia." Hague chiede quindi di sostenere l'Europa per aiutare la Gran Bretagna: resta da vedere se il suo pragmatismo farį breccia nello schieramento anti-europeista britannico, che vede invece nella crisi dell'eurozona il momento giusto per abbandonare del tutto la nave che affonda.

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