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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2011 alle ore 11:38.

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(Ansa)(Ansa)

I manifestanti sciolgono le righe. Il corteo si è svolto in modo pacifico. E anche il Sap (Sindacato autonomo di polizia) rivendica il ruolo degli agenti: se oggi in Val di Susa non c'è stato alcun incidente è stato «solo grazie alla massiccia presenza forze di polizia e alla loro grande professionalità «solo grazie alla massiccia presenza forze di polizia e alla loro grande professionalità».
Dal punto di vista dei manifestanti, invece, l'obiettivo è raggiunto: entrare nella zona rossa e dimostrare che il movimento era ed è pacifico. «Credo che possiamo dirci più che soddisfatti. La manifestazione ha raggiunto gli obiettivi»: ha detto Alberto Perino, uno dei leader No Tav, durante l'assemblea alla baita della Maddalena, in Val di Susa. L'assemblea ha accolto il suo discorso con un applauso. La baita si trova nel cuore della zona che era stata vietata al transito dal Prefetto, ma è stata raggiunta da migliaia di militanti. «È andato tutto bene - ha ancora detto Perino - chi voleva che finisse male non ci è riuscito». Perino ha proposto a tutti di rientrare a Giaglione («fra poco farà buio») e non ha ricevuto obiezioni. La baita continuerà ad essere presidiata da un gruppo di No Tav. Dopo le sue parole il corteo ha iniziato la marcia di ritorno. «Al corteo eravamo almeno in 15mila. È stata una grande manifestazione, pacifica, importante, che dimostra, in risposta ai fatti di Roma, che la Val Susa non è la palestra dei violenti»: commenta Sandro Plano, presidente della Comunità montana Val Susa e Sangone. «Abbiamo dato vita ad alcuni atti simbolici, come il taglio delle reti - aggiunge Plano - ed è stata una grande manifestazione, un momento altamente democratico e di grande contenuto». «È stata una partecipazione di massa - sottolinea Dario Fracchia, sindaco di Sant'Ambrogio - perchè sui sentieri da Giaglione alla Maddalena c'erano almeno 15mila persone».

La marcia pacifica - Il corteo partito alle 11:30 è riuscito a entrare nella zona rossa, vale a dire l'area in cui l'ordinanza prefettizia aveva vietato l'accesso. Alcune decine di manifestanti sono riusciti, percorrendo impervi sentieri tra i boschi e il fiume Dora, a raggiungere la spianata dove sorge la baita Clarea, la costruzione diventata il simbolo del movimento. I posti di blocco collocati fra le montagne dalle forze dell'ordine sono stati elusi, ma al fondo c'è un forte presidio delle forze dell'ordine. L'area del futuro cantiere della Tav è a poche centinaia di metri.
La manifestazione in Val di Susa è andata avanticomunque pacificamente e, nonostante i timori dei giorni scorsi, al momento non si è registrata alcuna tensione nè alcun infiltrato tra le fila dei manifestanti. Sono state le donne a tagliare simbolicamente le recinzioni del cantiere della Tav di Chiomonte. Le forze dell'ordine in tenuta antisommossa (come previsto dall'ordinanza prefettizia) si sono allontanate di qualche metro dopo una trattativa con una delegazione No Tav. I legali del movimento hanno, infatti, "mediato" per avvicinarsi all'area del cantiere presidiata dalle forze di polizia. Il presidente della Comunità montana Val di Susa, Sandro Plano, e i sindaci dei comuni dell'area hanno costituito un'unità di crisi in contatto con gli oerganizzatori e gli osservatori No Tav autorizzati a stare nell'area della zona rossa.

I fermati prima dell'inizio - Sono schierati quasi 4mila agenti e, già dai giorni scorsi, sono stati intensificati i controlli sul territorio. Prima della partenza del corteo sono stati fermate sedici persone nell'ambito dei controlli in vista della manifestazione No Tav di oggi in Val di Susa. Tre di loro sono stati denunciati a piede libero perchè trovati in possesso di arnesi atti ad offendere. Altri 11 sono stati identificati e fermati, sempre perchè trovati in possesso di materiale atto ad offendere e idoneo al travisamento durante un controllo alla barriera autostradale di Bruere e a Rivoli. Infine, a Torino sono state sottoposte ad accertamenti altre 2 persone appartenenti al centro sociale El Paso, di cui una donna trovata in possesso di una maschera antigas. Da giovedì sono stati 419 gli identificati e 286 i veicoli controllati. E ieri è stato fermato dai carabinieri del Ros a Chieti per l'assalto al blindato dei carabinieri dato a fuoco in piazza San Giovanni, a Roma, il 15 ottobre scorso durante gli scontri tra "incappucciati" e forze dell'ordine un giovane in partenza proprio per la Val di Susa.

La testa rosa del corteo - È stata una donna a oltrepassare per prima la recinzione lungo la strada su cui si sta snodando il corteo diretto ai cantieri della Tav di Chiomonte e ora il corteo si è diviso in tre parti, chi sta sulla mulattiera chi prende i boschi, per tentare di arrivare alla baita Clarea, ma comunque tutti si muovono all'interno della zona rossa, estesa a 2 chilometri dalle reti dall'ordinanza prefettizia.

Il prossimo appuntamento - Prossimo appuntamento per i No Tav in programma sabato 29 ottobre: si svolgerà una gara posistica («Corri intorno alla Tav»). Anche questa manifestazione - secondo i promotori - dovrà essere una prova della pacificità del movimento No Tav.

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