Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2011 alle ore 21:20.

My24
Silvio nella morsa di Angela e NicolasSilvio nella morsa di Angela e Nicolas

Una pausa di riflessione imbarazzante, durata qualche secondo di troppo, servita forse a «cercare le parole giuste». Uno scambio di sguardi seguito da un sorriso che lascia trapelare ironia e scherno. Con questa mimica, il cancelliere Angela Merkel e il presidente Nicolas Sarkozy hanno dato una eloquente prima risposta alla domanda di un cronista che ieri, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo Lipsius a Bruxelles tra il Consiglio europeo dei 27 e quello dei 17, ha chiesto come fosse andato l'incontro con il premier Silvio Berlusconi nella mattinata.

Dopo questo teatrino dei due leader europei sul "caso Italia" che ha divertito la gremita sala stampa, un duetto costruito da una sapiente regia per esaltare la complicità tra Germania e Francia nella gestione della crisi del debito sovrano europeo, Merkel e Sarkozy sono passati al linguaggio formale della diplomazia, riconoscendo di avere fiducia nell'Italia, la prima in Berlusconi direttamente, l'altro nelle istituzioni italiane. Hanno fatto appello al senso di responsabilità dell'Italia, spiegando per filo e per segno che tutti gli Stati che chiedono soccorsi di qualsiasi misura (si vedrà se il nuovo fondo salva-Stati dovrà acquistare BTp subentrando alla Bce o se il Tesoro dovrà ricorrere all'Efsf per ricapitalizzare le banche italiane) devono fare la loro parte e riconquistare la fiducia dei mercati con l'adozione di riforme strutturali per la crescita e misure di rigore per l'abbattimento dell'alto debito pubblico.

Berlusconi è finito dunque nella morsa tra Merkel e Sarkozy in un incontro della mattina. E nella morsa del presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso e del presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy che hanno fatto pressione per l'attuazione rapida di interventi urgenti su bilancio e sviluppo. In conferenza stampa, Van Rompuy non ha fatto segreto di aver chiesto al premier italiano di rassicurare i mercati con misure coraggiose sul bilancio, sulla riforma del mercato del lavoro, della giustizia, sulle privatizzazioni, su qualsiasi fronte che possa sostenere la crescita e garantire il pareggio di bilancio per il 2013.

Due conferenze stampa dove il caso Italia, con riferimenti più o meno espliciti alla credibilità del Governo Berlusconi, è stato posto al centro del palcoscenico dell'Eurozona, come se la Grecia con il suo buco da 350 miliardi contasse poco o niente, come se la Spagna avesse chiuso le profonde crepe del sistema bancario, come se l'Irlanda e il Portogallo avessero appianato tutti i problemi pur contando ancora sui prestiti dell'Efsf per la sopravvivenza. E come se la Francia non avesse le sue preoccupazioni, con la tripla "A" indebolita tra le altre cose da un deficit/Pil tra i più alti in Europa. Ma Berlusconi e con lui l'Italia tutta sono stati messi sul banco degli imputati dai partners europei fin dalla cena del Partito popolare europeo (Ppe) di sabato sera al Castello di Meins: già lì per il premier sono iniziati i guai, con lui che raccontava di aver incontrato Angela Merkel e il portavoce della cancelliera che lo smentiva subito dopo seccamente.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi