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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2011 alle ore 14:59.

Non si arrestano in Turchia le scosse di assetamento dopo il sisma di magnitudo 7,2 e la replica di magnitudo 6 che, ieri alle 13.41, ha colpito la provincia orientale di Van. Nella notte la terra ha tremato all'1:21, alle 2:34 e alle 3:50 ora locale, con magnitudo rispettivamente 4.8, 4.3 e 4.2, ed epicentri tra i 13 e i 20 km dalla città di Van.
Un primo bilancio provvisorio diffuso nella notte conta 217 morti, 1.090 feriti e centinaia di dispersi: Ma il bilancio finale sarà decisamente più drammatico: si temono oltre mille vittime ed alcuni esperti citano cifre ancora più devastanti. Nella provincia montagnosa al confine con l'Iran, una zona sismica come tutta la Turchia già devastata in passato da disastrosi terremoti, sono crollati decine di edifici e si continua a scavare senza sosta nel tentativo di salvare gente intrappolata sotto le macerie. Si tende ad escludere che possano esserci italiani fra le vittime.
La scossa principale ha avuto un epicentro localizzato a 17 chilometri di Van, città di quasi 380 mila abitanti. Il panico della gente è stato accresciuto da oltre 70 scosse di assestamento.Il vicepremier turco Besir Atalay ha riferito che il sisma ha abbattuto circa dieci edifici a Van e tra i 25 e i 30 nella vicina di Ercis, dove però giornalisti hanno contato un'ottantina di palazzi e case distrutte. Da Istanbul, l'Istituto sismologico «Kandilli» ha stimato in mille gli edifici danneggiati.
Respinte tutte le offerte di aiuto
Decine di paesi, tra cui Israele, hanno offerto aiuti alla Turchia dopo il sisma di ieri nella provincia orientale di Van, ma, come ha detto un funzionario del ministero degli Esteri di Ankara, il governo non le ha finora accettate. La precisazione del funzionario è giunta dopo che il presidente israeliano Shimon Peres ha offerto il sostegno del suo paese alla Turchia in una telefonata al suo omologo Abdullah Gul.
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