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Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2011 alle ore 21:18.

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All'apertura dei lavori del primo grande incontro dei Paesi e delle istituzioni che daranno vita a Expo 2015 il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato agli organizzatori, si dice convinto che l'esposizione universale «sarà l'evento di maggior rilievo ospitato dall'Italia negli ultimi decenni». Parole che il Bie accoglie con grande soddisfazione.
La sfida, dice il segretario generale del Bureau, Vicente Loscertales, «è trasformare il progetto, che fino ad ora è stato gestito in forma molto locale, e fare in modo che tutti gli italiani ci si identifichino».

Loscertales ha rinnovato il suo appello al Governo affinchè rimuova il tetto, imposto dalla Finanziaria 2010, nell'uso dei fondi statali per le spese di gestione della società Expo 2015 Spa. E ha confermato che le pressioni del Bie all'Esecutivo si concentrano soprattutto su questo aspetto piuttosto che su una riforma dei vincoli del patto di stabilità interno.

Che l'atteggiamento del Bie sia cambiato è risultato evidente dalle parole del presidente del comitato esecutivo, Steen Christensen, che sul rispetto dei tempi richiesti dal Bureau des Expositions ha commentato: «L'Italia ha fatto i compiti».

È soddisfatto l'amministratore delegato di Expo 2015, Giuseppe Sala: «Il tema funziona e funziona il legame del tema con l'Italia», e poi ora «i lavori sono partiti, c'è una governance stabile» e un numero di adesioni superiori alle aspettative (57 partecipanti ufficiali, un numero record di Paesi a oltre tre anni dall'esposizione). Ma funziona anche l'organizzazione innovativa con un modo di coordinare i Paesi in via di sviluppo in clusters, dice l'a.d., preoccupato però dal fatto che il Governo non abbia ancora nominato il commissario che si dovrà occupare del padiglione italiano. Sala conta su una decisione entro il mese prossimo e annuncia che inserirà la questione tra i temi dell'incontro con il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che giovedì sarà all'International partecipants meeting. Nessuna preoccupazione invece per la mancata adesione, per il momento, degli Stati Uniti, «anche a Shanghai sono stati fra gli ultimi - ricorda l'a.d. - e avverrà anche da noi». Fra i grandi Paesi europei mancano ancora all'appello Francia e Gran Bretagna ma l'approvazione sembra vicina e Sala conta di avere «presto anche Australia e Canada».

Nel giorno in cui a Milano i vertici del Bie e le autorità istituzionali, con la cerimonia delle bandiere, inaugurano il primo meeting dei partecipanti all'esposizione universale, l'assessore comunale a Expo, Stefano Boeri, rilancia la necessità di conservare, anche dopo il 2015, il grande parco agroalimentare sull'area che ospita l'evento. È una nota dolente e Boeri lo sa. Ma «è giusto - sottolinea - che la si possa pensare in modo differente tra noi: la decisione sul dopo sarà presa con l'accordo di Regione e Comune e con il voto consensuale del consiglio comunale nel rispetto dell'esito del referendum con cui i milanesi lo scorso giugno hanno chiesto che in quell'area resti un grande parco tecnologico sull'agricoltura e l'alimentazione». Il governatore lombardo, Roberto Formigoni si limita a rimarcare che «per il Comune parla il sindaco».

Giuliano Pisapia considera la manifestazione «una occasione irripetibile» per Milano, capace di trasformarsi in «occasione di speranza e crescita» per tutti legata al tema della nutrizione. Per il sindaco e commissario straordinario Expo la scommessa «è la creazione di una rete di scambi, collaborazioni e sinergie che continuerà a dare i propri frutti anche dopo».
Un' iniezione di fiducia arriva anche dal presidente di Expo 2015 Spa, Diana Bracco, convinta che l'esposizione di Milano «sarà il primo grande evento del dopo crisi: quello della ripartenza e della rinascita». Bracco è tornata a sottolineare il carattere anticiclico di un evento come Expo, legando la sua fiducia al fatto che la macchina organizzativa sia entrata nella fase operativa.

Presentata anche Carta 2015, documento a cui sono invitati a lavorare esperti di tutto il mondo, ma anche semplici cittadini attraverso internet, e che sarà un'eredità di questa Esposizione. Il traguardo indicato da Roberto Formigoni, commissario generale Expo, è dotare le nazioni del mondo di un codice etico contro gli sprechi e le speculazioni alimentari.
Quattro nello specifico gli obiettivi di Carta 2015 illustrati dal professor Umberto Veronesi: superare la disuguaglianza tra un miliardo di persone che mangia troppo e quasi un miliardo che non ha cibo; aumentare la produzione agricola, ma in modo sostenibile; introdurre l'educazione alimentare, per ridurre l'apporto calorico nell'Occidente e indirizzare le abitudini alimentari dei Paesi emergenti; mettere mano alla maggiore emergenza planetaria, quella della disponibilità dell'acqua di cui adesso il 70% è destinato all'agricoltura.
Tutta l'Onu crede in questa esposizione e la Fao ne sarà parte, ha annunciato il vicedirettore generale, Manoj Juneja.

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