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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2011 alle ore 16:19.

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Saif al Islam Gheddafi, figlio del rais ucciso, è disposto a consegnarsi alla Corte penale dell'Aja. Lo riferisce un alto esponente del Consiglio nazionale transitorio. Assieme a Saif, uno dei figli sopravvissuti del rais, anche l'ex capo dei servizi segreti libici, Abdullah al Senussi, ha proposto la propria resa alla Corte penale internazionale dell'Aja che aveva emanato un mese fa un mandato di cattura internazionale per crimini di guerra per i due e il rais ucciso. Lo ha annunciato alla Reuters un alto ufficiale militare del Cnt, Abdel Majid Mlegta.

Intanto Al Jazeera anticipa che una forza multinazionale guidata dal Qatar potrebbe sostituirà la Nato in Libia per aiutare la stabilizzazione politica del Paese e l'addestramento sul terreno delle forze di polizia.

Per la prima volta dall'inizio del conflitto in Libia, un governo della coalizione internazionale ha ammesso ufficialmente l'invio di truppe di terra nel Paese. Il capo di stato maggiore interforze del Qatar, generale Hamad bin Ali al-Atiya, ha rivelato che diverse centinaia di soldati del piccolo emirato si sono uniti alle milizie degli insorti per combattere sul campo le forze lealiste. «Eravamo insieme ai ribelli e il numero, avevamo centinaia di uomini per ogni regione libica», ha spiegato. Parlando a margine di una riunione tra rappresentanti del Consiglio Nazionale Transitorio e membri dell'alleanza guidata dalla Nato, in corso a Doha, il generale ha aggiunto che i suoi uomini in Libia «gestivano le operazioni di addestramento e le comunicazioni». Il Qatar, ha spiegato, si è prestato come «collegamento tra gli insorti del Cnt e le forze Nato» e «ha sovrinteso ai piani bellici dei ribelli perchè si trattava di civili, che non avevano sufficiente esperienza militare».

Il ruolo giocato dall'emirato del Golfo Persico è stato riconosciuto pubblicamente dallo stesso presidente del Consiglio Transitorio libico, Mustafa Abdel Jalil, a detta del quale «il Qatar è stato un partner fondamentale in tutte le battaglie che abbiamo combattuto». Sono stati i qatarioti, ha aggiunto, a «pianificare» le operazioni che hanno permesso ai rivoltosi di conquistare gradualmente l'intero Paese.

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