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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2011 alle ore 21:01.

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I primi estratti dei contenuti della lettera inviata dal Governo alla commissione Ue sono usciti da pochi minuti e i sindacati scendono già, uniti, sul piede di guerra. Dura la reazione della leader Cigil, Susanna Camusso: «Abbiamo visto in questi minuti dichiarazioni di altre organizzazioni sindacali, siamo per proporre a tutti una iniziativa di mobilitazione unitaria che rimetta al centro le ragioni del lavoro e della crescita, ancora una volta negate dalle scelte di questo governo».

Molto critico anche il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che riferendosi al passaggio sull'aumento dell'età pensionabile nota che «procedendo così non si farà mai una riforma ma si attaccheranno solo le persone più deboli». «Sulle pensioni si sono fatte molte riforme come nessuno in Europa ma il Governo non ha mai voluto affrontare fino in fondo i problemi veri; perché i lavoratori non sono tutti uguali. Servirebbe trovare soluzioni idonee per riuscire ad andare avanti ma con un sistema più giusto». Infine, dalla Uil arriva una nota del segretario confederale Paolo Pirani: «La nostra reazione non potrà che essere la più ferma. Domani la segreteria Uil assumerà le decisioni conseguenti. Mi pare che ancora una volta si vada in direzione di caricare sulle spalle dei lavoratori dipendenti e pensionati il prezzo di una uscita dalla crisi che non hanno provocato loro. Nulla si dice in termini di abbattimento costi politica sprechi e privilegi».

Le critiche di Pd, Idv e Udc: «Colpisce i più deboli», «deludente»
Anche l'opposizione esprime totale insoddisfazione per i temi della lettera, con il segretario del Pd Pier Luigi Bersani: «A una prima lettura toni e contenuti del documento del Governo non lasciano purtroppo intravvedere niente di serio - commenta in una nota - Evidentemente l'obiettivo del Governo è di prendersi in sede europea qualche giorno di ossigeno». Gli fa eco il capogruppo Pd nella commissione Lavoro di Montecitorio, Cesare Damiano, preoccupato perché «questo Governo dimostra di voler colpire sempre dalla stessa parte: i lavoratori, i pensionati e i ceti più deboli, pur di preservare i detentori di grandi patrimoni e i percettori di rendite».

D'accordo anche Antonio Di Pietro, leader Idv: «Per questo Governo ladro a ripianare i conti devono essere i lavoratori, i precari e le fasce deboli e non gli approfittatori e gli evasori della Casta. Ancora una volta, si dimostra che chi è al governo non vuole la pace ma lo scontro sociale. Ecco perchè è estremamente necessario che chi ha forza, responsabilità, senso delle istituzioni, anche all'interno di questo Parlamento, spenga la luce e faccia finire la legislatura prima che lo scontro aumenti. E certamente non è con la repressione che si può fermare la disperazione». «Assai deludente» è il giudizio sulla lettera di Pierferdinando Casini, dell'Udc, che spiega come il governo non sia «più in grado di assumere alcuna decisione. Per questo siamo molto preoccupati ma io sono sereno perchè vedo nel Parlamento crescere, giorno dopo giorno, la consapevolezza che serve un governo di responsabilità nazionale».

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