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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2011 alle ore 21:02.

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CERNOBBIO - La nomina in tempi molto rapidi del commissario per il padiglione italiano e la revisione del limite di investimento fissato al 4% per la società di gestione per l'utilizzo dei fondi statali.

Nell'ultima giornata del primo meeting internazionale per Expo dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, arrivano promesse importanti. Ma c'è anche il primo atto concreto da parte di uno dei 57 Paesi ad oggi partecipanti ufficiali: la Svizzera firma il contratto per il padiglione.
La richiesta al Governo italiano di procedere in tempi stretti alla designazione del commissario era arrivata poche ore prima sia dall'amministratore delegato di Expo Spa, Giuseppe Sala, sia dal sindaco di Milano e commissario straordinario dell'Esposizione, Giuliano Pisapia.
«Non sarà un ex ambasciatore – annuncia Frattini – ma una figura manageriale» con una buona conoscenza del sistema imprenditoriale italiano e lombardo, ma anche delle problematiche globali con le quali Expo si confronta.

Quanto al ruolo del Governo italiano, il ministro degli Esteri sottolinea che sta adoperando «tutto il suo impegno per garantire la massima visibilità a Expo, anche salvaguardando le risorse stanziate per l'Esposizione universale, nonostante gli interventi ristrettivi nel bilancio pubblico». Poi Frattini annuncia che è in corso una riflessione con il presidente del Consiglio per una modifica al tetto di spesa imposto alla società di gestione per l'uso dei fondi statali. Preso atto che questo limite riduce le capacità di investimento, dice il ministro, «ho chiesto qual era il dato limite in altre edizioni dell'Esposizione universale e mi è stato riferito che quel dato si attesta tra l'8 e il 10%».

Giuseppe Sala tira un sospiro di sollievo, «se gli impegni di oggi saranno rispettati – dice l'ad di Expo – possiamo svoltare e proseguire». È soddisfatto anche il segretario generale del Bie, Vicente Gonzalez Loscertales, che solo due giorni fa aveva rinnovato il suo appello in tal senso al Governo Berlusconi, confermando che le pressioni del Bie si concentrano soprattutto su questo aspetto piuttosto che sulla revisione dei vincoli del patto di stabilità interno sollecitata invece dagli enti locali, in particolare Provincia e Comune di Milano. Il ministro degli Esteri sottolinea «le difficoltà generali a lavorare sulle deroghe al patto di stabilità, perché sono regole dell'Europa», senza però escludere del tutto possibili modifiche. «Insisteremo», promette Pisapia. Per l'assessore all'Expo di Palazzo Marino, Stefano Boeri è «una grande delusione e insieme la conferma della disattenzione del Governo Berlusconi» all'Esposizone universale.

Da parte di molte imprese c'è «una fortissima volontà di collaborare», conferma il presidente della Regione Lombardia e commissario generale, Roberto Formigoni, che ribadisce come Expo sia «una grande occasione di sviluppo e di business». Anche Pisapia è ottimista e garantisce l'impegno suo e dell'amministrazione su quattro obiettivi in particolare: impostare un'autentica discussione sui temi dell'alimentazione, lavorare fianco a fianco con le comunità straniere per favorire nuove adesioni, promuovere una forte sinergia tra imprese e territorio, trasformare Milano in una smart city.

Una città facile ma soprattutto altamente tecnologica è quella presentata da Valerio Zingarelli, direttore delle tecnologie di Expo Spa. L'Esposizione si avvarrà di segnalazioni digitali, muri elettronici interattivi, comunicazione wi- fi e 4G dotata anche di tablet arrotolabili (una sorta di iPad piegabile con un display con pellicola accartocciabile) e biglietti elettronici. Una cyber Expo che i visitatori potranno conoscere in anticipo navigando con il proprio avatar, oppure sperimentando sul posto una sorta di "realtà potenziata" attraverso particolari occhiali che arricchiscono la visuale con informazioni e dettagli. Se Telecom ha già sottoscritto la sua partecipazione al progetto con 43 milioni di euro entro Natale arriveranno altre quattro partnership tecnologiche.

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