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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2011 alle ore 18:19.

Giro di vite della Ue contro la pedofilia e la pedopornografia. La plenaria del Parlamento europeo ha varato praticamente all'unanimità (541 sì, 2 no e 31 astenuti) una norma che impone ai 27 stati membri di punire con il carcere una ventina di tipologie di crimini. In particolare costringere un
bambino a compiere atti sessuali o a prostituirsi dovrà essere punito con almeno 10 anni di prigione. I produttori di pornografia minorile rischieranno 3 anni e i siti web dovranno essere cancellati.
«Si tratta di un testo che definisce in maniera chiara i reati di pedopornografia e che fissa termini uniformi che valgono in tutta l'Ue», ha spiegato durante una conferenza stampa la relatrice e vicepresidente dell'Europarlamento, Roberta Angelilli.
La direttiva è frutto di un accordo raggiunto lo scorso giugno con il Consiglio Ue e agisce principalmente su tre fronti: prevenzione, azione penale più dura verso gli autori del reato e maggiore protezione per le vittime.
Il testo prevede una serie di misure volte a contrastare ogni forma di abuso e, fra le altre cose, introduce il reato di grooming, cioè l'adescamento per abusare di minori in rete. Il commissario Ue agli Affari interni, Cecilia Malmstrom, nel congratularsi con la Angelilli per il lavoro svolto al fine di approvare la direttiva, ha sottolineato che essa «rafforzerà la tutela dei minori e che renderà più facile la persecuzione dei colpevoli» di reati molto gravi.
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