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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2011 alle ore 08:12.

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Pechino studia come aderire al pacchettoPechino studia come aderire al pacchetto

La Cina, insieme ad altri Paesi Brics, sarebbe pronta a rimpinguare di tasca propria il Fondo salva Stati europeo (Efsf), oppure un altro veicolo finanziario creato ad hoc, tramite il Fondo Monetario Internazionale.
L'ennesima indiscrezione sulla disponibilità di Pechino a lanciare un salvagente al Vecchio Continente è filtrata dopo l'incontro tra il ministro degli Esteri della Ue, Catherine Ashton, e il suo omologo cinese, Yang Jiechi, svoltosi martedì a Pechino. «Siamo pronti a sostenere gli sforzi dell'Europa per superare la crisi del debito sovrano - ha detto Yang al termine dei colloqui - ma speriamo che l'Europa prenda presto delle misure tangibili per ritrovare la fiducia dei mercati».
Forse, è proprio per convincere una volta per tutte il cavaliere bianco cinese a scendere in soccorso dell'Europa, che il presidente del Efsf, Klaus Regling, oggi arriverà a Pechino e che il presidente francese Sarkozy ieri ha telefonato al suo omologo Hu Jintato. Le ragioni della trasferta asiatica di Regling, che poi domani si sposterà a Tokyo, non sono state ufficializzate. Ma, ovviamente, molti si attendono che il blitz in Oriente del numero uno del Fondo salva Stati serva a sbloccare la situazione.

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