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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2011 alle ore 11:00.
L'ultima modifica è del 28 ottobre 2011 alle ore 13:03.

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«Situazione sgradevole», ma «nessuna responsabilità» del Governo italiano nell'impasse creata dalle mancate dimissioni di Lorenzo Bini Smaghi dal board Bce. Così Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con Canale 5 è tornato sulla questione spinosa del board Bce con due italiani: «Confido nel senso dello Stato e nel dovere della responsabilità che non mancano certo al dottor Bini Smaghi», ha detto il presidente del Consiglio.

«Il problema - spiega Berlusconi - non sono le mie dichiarazioni ma il fatto che qualcuno possa pensare di potersi comportare contro l'interesse del Paese in questo modo causando uno spiacevole contenzioso con un Paese amico. Noi abbiamo sempre mantenuto i nostri impegni con l'Europa e con gli alleati». Il primo ministro italiano ha ricordato il "supporto" del presidente francese Nicolas Sarkozy alla nomina di Mario Draghi alla presidenza dell'istituto di Francoforte. E noi, conclude, «ci impegnammo affinché fosse garantita la presenza francese nel comitato, come vuole la logica. Confido nel senso dello Stato e nel dovere della responsabilità che non mancano certo al dottor Bini Smaghi. Speriamo che questa spiacevole situazione si sblocchi al più presto».

La smentita del Quirinale: niente pressioni
Il membro italiano nel board della Bce è stato ricevuto ieri al Quirinale dal capo dello Stato. In serata una nota del Colle «a seguito di alcune indiscrezioni giornalistiche» ha chiarito che «non è stato esercitato alcun pressing nei confronti del dottor Bini Smaghi» per farlo dimettere dal comitato esecutivo della Bce.

Bini Smaghi: «Non mi ha chiamato nessuno»
In un colloquio con il quotidiano la Repubblica Bini Smaghi sostiene che Silvio Berlusconi parla del caso con tutti, meno che con il diretto interessato. «Non mi ha chiamato nessuno, non ho parlato con nessuno. Dunque, non ci sono novità»,dice Bini Smaghi. «Qualunque decisione io prenda, dovrà essere definita e concordata a livello di Banca centrale europea», ci tiene a precisare il banchiere fiorentino, implicitamente sottolineando di non essere pronto a prendere ordini dalla politica, nazionale o internazionale. Il membro del board della Bce avrebbe già rifiutato la presidenza dell'Autorità Antitrust: «Da Statuto - ribadisce ormai da tempo - posso lasciare solo per un incarico di pari livello: bisogna tener presente che nel Consiglio direttivo della Bce il mio voto vale quanto quello di Draghi...». «Qualunque gesto di dimissione deve essere compatibile con il principio di indipendenza personale... Dimissioni di fatto imposte con l'obiettivo di evitare che due membri del Comitato esecutivo abbiano la stessa nazionalità sarebbero incompatibili con quel principio», rileva secondo Repubblica.

L'Europa ha accolto bene il piano di sviluppo dell'Italia
L'Italia ha presentato in Europa «un piano per lo sviluppo accompagnato da un calendario ben dettagliato, un impegno che rappresenta un programma per i prossimi 18 mesi di Governo e non c'è stata una sola voce discordante sul nostro piano, l'Europa ha detto con chiarezza che grazie a queste riforme coraggiose il nostro Paese ce la farà». Berlusconi torna così sulla lettera presentata mercoledì scorso a Bruxelles. Quanto ai rapporti con la cancelliera tedesca Angela Merkel e con il presidente francese Nicolas Sarkozy ribadisce che si tratta «di rapporti tra leader che si conoscono da tempo e che non possono essere intaccati da episodi spiacevoli e che la signora Merkel ha già voluto chiarire». Il presidente del Consiglio chiarisce inoltre che il documento inviato ai vertici del Consiglio europeo rappresenta «un programma per l'Europa che ricomprende tutto quanto» e quindi anche il Dl sviluppo.

La Lega e il patto per le elezioni anticipate
«Di questo accordo, che non esiste, ho letto sui giornali che come al solito capovolgono la realtà». Berlusconi, a "Mattino Cinque" torna anche sulla presunta intesa raggiunta con la Lega nei giorni scorsi per andare a elezioni anticipate nella primavera del 2012. «Sarebbe un patto - puntualizza - contro l'interesse dell'Italia perché soprattutto in questo momento c'è bisogno di assoluta stabilità politica e Bossi la pensa assolutamente come me». Il Cavaliere ribadisce che quella con la Lega «è un'alleanza solida destinata a durare» anche perché, sottolinea, «in Italia non esiste un'alternativa politica credibile e l'unico patto con la Lega è quello sottoscritto con gli elettori per attuare tutti i punti del programma che abbiamo garantito all'Europa». E conclude: «Tutto il resto fa parte dei sogni delle opposizioni e delle invenzioni dei giornali».

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