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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2011 alle ore 08:12.

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ROMA
Quella di ieri era l'asta-test sulla capacità della lettera del governo a Bruxelles di ridare credibilità all'Italia sui mercati finanziari. E l'esito del collocamento dei BTP decennali, il principale benchmark dello stato di salute della Repubblica sui mercati, è stato netto. Il rendimento dei buoni con scadenza a 10 anni ha sfondato in asta la soglia del 6 per cento, livello cui non arrivava dal 1997. Questo mentre sul mercato secondario il tasso dei BTp oscillava attorno al 5,9%, anche se nel pomeriggio è salito di nuovo sopra il 6 per cento. La soglia psicologia del tasso al 6,5-7% - a seconda di come venga calcolata - che ha sancito per Paesi come Irlanda, Portogallo e Grecia l'insostenibilità del costo del debito rispetto al tasso di crescita, è ormai vicinissima. Per gli operatori l'Italia si sta dirigendo a passo sostenuto verso un punto critico: solo gli impegni e le promesse ormai non bastano più e se quel tasso del 6% comincerà a diventare una costante nelle prossime aste (per quanto il debito italiano abbia una scadenza media di 7 anni) l'accostamento con quanto accaduto a Grecia, Portogallo e Irlanda non sarà più soltanto una minaccia. E non bisogna dimenticare - si rileva nelle sale di contrattazione - che quel tasso così elevato è comunque calmierato dagli acquisti della Bce, che compra sul secondario soprattutto BTp tra 5 e 10 anni; gli acquisti nell'ultima settimana sono stati per complessivi 4 miliardi (in leggera flessione). I segnali che il banco di prova dell'asta non sarebbe stato una passeggiata c'erano già alla vigilia, visto che il rendimento dei buoni decennali sul mercato secondario giovedì era già sopra il 6%: nella prima mattinata, però, lo spread - ovvero il divario tra BTp a 10 anni e Bund di uguale durata - era attorno a 360 punti base, un livello elevato ma non certo ai picchi delle settimane precedenti. Peccato, però, che quella chiusura illusoria del divario fosse da attribuire più che altro all'impennata del rendimento del Bund a 10 anni, che è arrivato quasi al 2,3% per poi tornare nel pomeriggio verso 2,15 per cento. Non a caso nella seconda parte della giornata lo spread ha ripreso allargarsi superando i 380 punti. Anche la Borsa di Milano ha girato al ribasso alle prime notizie dell'esito della vendita del BTp a 10 anni.
Per la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, il rialzo «è un dato allarmante». Intervistata a New York dal Tg2 ha sottolineato che «i mercati stanno mostrando che non hanno ancora fiducia in quello che abbiamo detto. Allora l'unico modo è di mostrare con i fatti che queste riforme siamo in grado di farle».
Ieri sono stati collocati complessivamente 7,935 miliardi di titoli a fronte di una domanda complessiva per oltre 11 miliardi. Sono stati venduti 2,9 miliardi di buoni decennali con un rendimento del 6,06%, in aumento di 20 centesimi rispetto al precedente collocamento di fine settembre, quando il rendimento lordo riconosciuto era stato pari al 5,86 per cento. Il tasso di copertura, dunque il rapporto tra domanda e offerta, è lievemente calato: a fronte di una richiesta per circa 3,8 miliardi il ministero dell'Economia ha assegnato 2,97 miliardi con un rapporto di 1,27, rispetto all'1,37 registrato a fine settembre. Sui livelli massimi rispetto agli ultimi dieci anni si è attestato anche il rendimento del BTp triennale: la settima tranche con scadenza luglio 2014 è stata allocata con un tasso lordo pari al 4,93%, in aumento di 24 punti base. Su questa tranche sono stati assegnati buoni per 3 miliardi rispetto a una domanda per 4,1 miliardi.
Sempre ieri è stata assegnata anche la tranche del CcTeu scadenza 2017: l'importo, pari a 1 miliardo, ha ottenuto un rendimento del 5,59 per cento. Ma in questo caso a sostenere la domanda ci sono state ragioni tecniche: martedì prossimo, infatti, vanno a scadenza certificati del Tesoro per circa 15 miliardi. Come ormai di consueto, gli esperti di via Venti Settembre inseriscono nelle aste anche titoli off-the-run, dunque non più previsti nei piani di emissioni, per andare a intercettare una domanda molto specifica: è stato collocato un BTp con scadenza 1° settembre 2019 per un importo di 870 milioni e con un rendimento lordo del 5,81 per cento.
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