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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2011 alle ore 19:09.

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La cooperante italiana, Rossella Urru, e due colleghi spagnoli rapiti lo scorso 23 ottobre in un campo profughi SahArawi nel sud dell'Algeria, sono vivi e sarebbero nelle mani di AlQaida per il Maghreb islamico (Aqmi). Così riferisce un mediatore. Sarda, 29 anni, Urru è rappresentante del Comitato italiano sviluppo dei Popoli (Cisp) e lavora da due anni nel campo profughi Saharawi. Con lei sono stati sequestrati Ainhoa Fernandez de Rincon, dell'Associazione amici del popolo saharawi e Enric Gonyalons dell'organizzazione spagnola Mundobat.

«I tre ostaggi europei sono vivi - da detto uno dei rapitori, membro dell'Aqmi, ha comunicato questa informazione alla France presse -. Amqi farà conoscere più avanti le proprie rivendicazioni. Per il momento, gli ostaggi stanno bene». Secondo la stessa fonte, «i combattenti dell'Aqmi che sono entrati nel campo profughi di Polisario per partecipare al sequestro non erano armati e avevano complici sul posto, membri e simpatizzanti che hanno fornito le armi e indicato dove si trovavano gli ostaggi».

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