Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2011 alle ore 08:46.

My24
La Kvitova conquista il Masters, ma la vera protagonista è la noia. Nella foto la tennista ceca, Petra Kvitova, con il trofeo appena conquistato (AP Photo)La Kvitova conquista il Masters, ma la vera protagonista è la noia. Nella foto la tennista ceca, Petra Kvitova, con il trofeo appena conquistato (AP Photo)

Una volée si ferma sulla racchetta di Victoria Azarenka e Petra Kvitova si aggiudica la prima edizione dei Wta Championships giocata a Istanbul. Finisce così un Masters incolore, privo di vere campionesse, in grado di offrire ben poche emozioni. E, d'altra parte, tale epilogo di stagione non è che lo specchio fedele di un circuito in crisi, incapace di colmare il vuoto lasciato dai ritiri di giocatrici come Henin e Mauresmo, dalla lunga assenza dai campi di Serena Williams e Kim Clijsters, dalla parabola discendente di Venus, dagli acciacchi di Maria Sharapova.
Caroline Wozniacki è la numero uno da oltre un anno senza aver mai vinto nulla di importante mentre nei quattro Slam si sono imposte altrettante giocatrici che, per lo più, nel resto della stagione hanno fatto ben poco. Soltanto Li Na oltre a vincere il Roland Garros, è stata finalista a Melbourne ma, dopo il trionfo parigino, si è praticamente spenta.

In questo quadro desolante, Petra Kvitova è la tennista che ha ottenuto i migliori risultati, chiudendo una stagione con Wimbledon e Masters all'attivo. Non per questo possiamo considerarla una vera campionessa o paragonarla a Maria Sharapova, per esempio, che nel 2004 mise a segno un'identica performance.

La finale tra lei e la Azarenka, sul piano tecnico e tattico, è stata senza dubbio il peggior epilogo dei Wta Campionships da molto tempo a questa parte. Un match segnato da un tennis muscolare e monocorde, basato quasi unicamente sulla prestanza fisica e sulla potenza. A riprova di questo, basta osservare il disastroso atteggiamento della bielorussa sul piano strategico. Contro un'avversaria perfettamente a suo agio ogni volta che il si alzava il ritmo dello scambio, Victoria non ha trovato di meglio da fare che cercare di tirare più forte possibile.

Se il gioco aveva ben poco da offrire dal punto di vista dello spettacolo, tuttavia, la sfida è stata per lo meno intensa sul piano agonistico. Dopo una partenza sprint della Kvitova, volata subito sul 5/0, la bielorussa è tornata in partita, aiutata anche da uno dei caratteristici passaggi a vuoto della sua avversaria. Raggiunta la rivale sul 5/5, ha poi lottato per due ore e mezza prima di arrendersi alla nuova numero due del ranking. Più forte al servizio, più precisa e più potente anche da fondo campo, la ceca ha vinto un match deciso nell'avvio del terzo set.

Dopo aver portato a casa la prima frazione per 7/5 e aver ceduto quella successiva per 6/4, la Kvitova ha annullato ben 4 break-point nel game d'apertura della partita decisiva. A questa sfilza di importantissimi quindici strappati all'avversaria, puntualmente la ceca ha fatto seguire una litania di urla stridule, al limite dell'isteria, che stanno diventando il suo marchio di fabbrica. Da quel momento, si è issata sul 3/0, poi sul 4/1 senza mai mollare le redini dell'incontro. Sul 5/2, c'era spazio per l'ultima reazione della Azarenka che si è aggiudicata il game più lungo dell'incontro, prima di issare bandiera bianca nel gioco successivo.

Alla Wozniacki, che ancora una volta delude negli appuntamenti che contano, rimane, quindi, lo scettro di numero uno ma la Kvitova sembra essersi lanciata all'inseguimento. Tutte le altre, come dimostra anche il Masters di Istanbul, paiono incapaci di esprimersi con un minimo di continuità.
E allora, senza nuove fuoriclasse all'orizzonte, non ci resta che sperare nell'ennesimo ritorno della vera regina del tennis, Serena Williams, e dell'unica che può farle oggi da degna rivale, Kim Clijsters.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi