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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2011 alle ore 15:05.
L'ultima modifica è del 19 febbraio 2014 alle ore 08:59.

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Luigi Bisignani (Olycom)Luigi Bisignani (Olycom)

Dopo circa quattro mesi dall'arresto Luigi Bisignani lascia i domiciliari, dov'era detenuto dal 16 giugno scorso. Il lobbysta coinvolto nel processo P4, secondo il gip di Napoli, Luigi Giordano, non ha avuto neanche l'obbligo di firma, come si era ipotizzato qualche giorno fa. Il provvedimento riguarda i soli reati per cui era a giudizio: per gli altri bisognerà attendere ancora qualche giorno e comunque prima del 7 novembre prossimo, quando si terrà l'udienza davanti alla Corte di Cassazione per il ricorso sull'associazione per delinquere.

Il patteggiamento tombale
Il suo ritorno in libertà segue di qualche giorno la decisione di patteggiare 20 mesi di carcere per le accuse contestategli dai pm titolari del fascicolo, John Henry Woodcock e Francesco Curcio. Un patteggiamento tombale il suo, che chiude tanto la vicenda processuale cristallizzata nel decreto di citazione del gip Giordano (tre episodi di favoreggiamento) quanto quella, molto più rischiosa, delle indagini ancora in corso per associazione per delinquere e intrusione in sistemi informatici.

La prossima settimana la Cassazione
Sull'esistenza dell'associazione per delinquere proprio la prossima settimana si pronuncerà la Corte di Cassazione, cui hanno fatto ricorso gli altri indagati dell'inchiesta P4 (Alfonso Papa, Enrico La Monica e Giuseppe Nuzzo) dopo il riconoscimento da parte del Tribunale del riesame della sussistenza di tale ipotesi di reato. Se la Suprema Corte si uniformerà alla decisione del collegio del Riesame partenopeo scatteranno nuovi ordini di arresto per i tre: saranno immediati per i due rappresentanti delle forze dell'ordine (il sottufficiale del Ros La Monica e l'agente di Ps Nuzzo) mentre per il deputato-magistrato si dovrà tornare di nuovo a chiedere l'autorizzazione a procedere alla Camera dei deputati.
Il giorno dopo la decisione della Cassazione Papa tornerà di nuovo in aula per la seconda udienza del processo che lo vede unico imputato per estorsione, corruzione, concussione, rivelazione di segreto e favoreggiamento. In quell'occasione due imprenditori partenopei, Luigi Matacena e Alfonso Gallo, si costituiranno parte civile.

La difesa di Papa ha depositato una lunga lista di testimoni
La difesa di Papa - avvocati Giuseppe D'Alise e Carlo Di Casola - si dice pronta a dimostrare l'infondatezza delle accuse, tant'è che hanno depositato una lunga lista di testimoni, circa 150 persone, che conta tra gli altri personaggi del calibro di Gianni Letta, Massimo D'Alema, Adriano Santini (direttore del servizio segreto estero) e vari altri esponenti del mondo politico-istituzionale italiano. In pratica, gli stessi testimoni chiamati a deporre davanti ai magistrati nel corso delle indagini preliminari dei pm Woodcock e Curcio.

Papa potrebbe lasciare il carcere di Poggioreale
Intanto, ieri il Tribunale di Napoli ha reso noto che Papa potrebbe presto lasciare il carcere di Poggioreale, dov'è detenuto dal luglio scorso, perché non c'è più pericolo di inquinamento delle prove. Di diverso avviso la Procura che ha ipotizzato, con deposito di nuovi atti, che Papa avrebbe cercato di manipolare le prove a suo carico. Un nuovo fronte investigativo che si svilupperà nelle prossime settimane.

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