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Questo articolo è stato pubblicato il 01 novembre 2011 alle ore 10:44.
Vanno varati gli Euro project bond per le infrastrutture e per la crescita: sarebbero un ottimo strumento per rendere più moderna e competitiva l'economia europea. La Commissione di Bruxelles «presenterà a breve le sue opzioni per l'introduzione degli eurobond, alcune di queste potrebbero essere attuate all'interno dei Trattati, altre richiederanno una modifica». Questo è stato l'annuncio del presidente della Commissione, José Manuel Barroso, nel suo intervento alla sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, durante il quale ha anche tenuto a ribadire che gli eurobond non sono «la panacea per tutti i problemi, ma uno degli elementi di un approccio più vasto per favorire l'integrazione economica».
I Governi europei «ora devono dimostrare di fare sul serio», ha detto Barroso, di fronte alla crisi dell'Eurozona, «non bastano i progetti, bisogna passare all'azione». La Commissione presenterà il libro verde sugli eurobond il 23 novembre: avanzerà così alcune opzioni possibili. La presentazione del libro verde è, dunque, soltanto il primo passo di un processo che si preannuncia lungo. Andrebbero, invece, accelerati i tempi di approvazione di questo strumento utile alla raccolta di finanziamenti finalizzati all'attuazione di progetti infrastrutturali, nella ricerca e nelle telecomunicazioni, come la banda larga.
L'iniziativa, oltre a godere di un appoggio bipartisan in Italia, tanto che sia Romano Prodi sia Giulio Tremonti hanno più volte ribadito la bontà di un simile progetto, ha raccolto ampio consenso in ambito accademico e anche in molte cancellerie europee. Finora l'opposizione più netta, fin dai tempi di Jacques Delors, è stata quella di Berlino.
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