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Questo articolo è stato pubblicato il 02 novembre 2011 alle ore 09:28.
Lavoro nella notte per mettere a punto le misure anticrisi che il premier vorrebbe illustrare domani al G-20. Il vertice dei ministri economici convocato ieri in tarda serata a Palazzo Chigi ha lavorato per definire un pacchetto di misure immediate che comprende dismissioni, piano Sud, liberalizzazioni, l'aiuto alla capitalizzazione delle imprese e gli sgravi fiscali per i capitali privati che investono in infrastrutture.
Per questi interventi la strada di un maxiemendamento alla legge di stabilità al momento sarebbe preferibile a quella di un decreto legge che incontrerebbe difficoltà nella gestione parlamentare, visti i numeri risicati e i mal di pancia della maggioranza. A spingere su questa strada soprattutto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: il ricorso al voto di fiducia accorcerebbe drasticamente i tempi rispetto al decreto legge.
Per altro i contenuti del Dl, su richiesta dei ministri Romani e Matteoli, saranno comunque all'esame di un nuovo vertice convocato per la mattinata di oggi. Oltre alle misure su energia, semplificazioni, sul tavolo ci sono anche i 26 articoli per il rilancio delle infrastrutture e il finanziamento delle grandi opere da parte dei privati. Se si troverà un'intesa su come ripartire le misure fra i due provvedimenti, un Consiglio dei ministri dovrebbe immediatamente dare il via al pacchetto.
Restano poi le possibili misure eccezionali, da utilizzare come "riserva" in caso di ulteriore inasprimento della crisi: una patrimoniale strutturale, il concordato di massa e la rivalutazione delle rendite catastali. Senza escludere un intervento sulle pensioni con cui fissare il requisito anagrafico per il pensionamento a 67 anni per uomini e donne nel 2026.
Della patrimoniale, in particolare, si è tornato a discutere ieri nel vertice: i ministri leghisti e Tremonti favorevoli alla misura, mentre il premier resta contrario, almeno in questa fase.
Sul fronte del lavoro, oltre all'apprendistato e al part time per le donne che potrebbero entrare tra le misure immediate, Sacconi ha rilanciato ieri la riforma dell'articolo 18. «La faremo presto», ha detto. Al vertice di oggi si potrebbe discutere anche della proposta del pd Ichino sul contratto unico. A rilanciarla come possibile risposta alla richiesta Ue di una maggiore flessibilità in uscita del mercato del lavoro era stato nei giorni scorsi proprio Berlusconi.
Il capitolo più ricco del pacchetto - e anche quello con una delle scadenze più ravvicinate nella lettera di impegni inviata da Berlusconi a Bruxelles - è il piano di 5 miliardi annui di dismissioni che al momento prevede soprattutto la cessione di immobili pubblici. Diverse le opzioni allo studio. Quella preferita dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, anche perché consentirebbe incassi in tempi più rapidi, è un fondo immobiliare o una Sgr cui conferire anzitutto gli immobili censiti dal decreto del federalismo demaniale. Beni di pregio individuati da Comuni e Regioni ma che risulterebbero di difficile valorizzazione economica e finanziaria per gli enti locali. Viceversa, la norma stabilirebbe un mutamento automatico della destinazione d'uso degli immobili. A consentire al Tesoro di fare cassa subito sarebbe la sottoscrizione immediata di quote del fondo da parte della Cassa depositi e prestiti.
Le alternative prese in considerazione ieri sono l'accelerazione delle vendite già programmate delle caserme, il conferimento degli immobili dati in uso governativo (con reddito garantito dall'affitto pagato dallo Stato), la cessione di case popolari agli attuali inquilini a prezzi di favore.
Il Governo sta anche valutando se inserire tra gli emendamenti una norma che sancisca la riduzione della quota di cofinanziamento nazionale nei programmi finanziati dai fondi Ue. Vale 8 miliardi da ridestinare. Il ministro per le regioni, Raffaele Fitto, vorrebbe attendere l'incontro di oggi con i Governatori e quello con il commissario Ue alle politiche territoriali Johannes Hahn della prossima settimana, per chiudere gli accordi relativi, ma non è escluso che Tremonti spinga per accelerare.
Qui la partita è soprattutto sulla destinazione degli 8 miliardi che Fitto (d'accordo con le Regioni e con Hahn) vorrebbe comunque vincolare agli investimenti al Sud mentre c'è chi nel Governo si fa tentare dall'ipotesi di destinare parte di quelle somme allo sviluppo.
Per le liberalizzazioni si pensa a un nuovo intervento sui servizi pubblici locali. Da una parte, si impedirebbe ai comuni di affidare il servizio «in esclusiva» (quindi in concessione) senza aver prima svolto un'indagine di mercato sulla possibilità di liberalizzare il servizio prevedendo la presenza di più operatori economici. Dall'altra parte, nel caso di affidamento «in esclusiva», sarebbero rafforzati i poteri dell'Antitrust contro l'assegnazione in house a proprie società o comunque senza gara.
Colpo di acceleratore anche per gli aiuti fiscali alla capitalizzazione delle imprese. In sostanza l'Aiuto alla crescita economica (Ace) lascerebbe la delega fiscale e già nel 2011 alle imprese verrebbe riconosciuto un premio fiscale alla capitalizzazione per rafforzare la struttura patrimoniale cercando di contenere quanto più possibile il ricorso all'indebitamento.
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