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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2011 alle ore 08:17.

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Anni importanti per la Rai e per la tv, quelli dal 1960 al 1963. Caduto il governo Tambroni, il nuovo Governo Fanfani fa una timida apertura verso il centro-sinistra. Nasce «Tribuna elettorale», alla radio e in tv: Fanfani lo annuncia alla Camera il 5 agosto 1960, la prima va in onda l'11 ottobre dello stesso anno, con Mario Scelba, ministro dell'Interno, con tanto di cerone sul viso e con sette milioni di telespettatori.

La Dc controlla pienamente la Rai: il 5 gennaio 1961 Ettore Bernabei, direttore de «Il Popolo», diventa direttore generale e governa l'azienda sino al 1974. «Il capolavoro politico di Bernabei - scrive Franco Monteleone in Storia della radio e della televisione in Italia - fu quello di rendere la Rai più disponibile alle istanze di nuove aree sociali e politiche, mantenendo però il rigido controllo su tutti i processi ideativi e produttivi della programmazione radiofonica e televisiva...». Bernabei nomina Enzo Biagi alla guida del telegiornale, che però si dimise nell'agosto del 1962.

Fu in questo contesto che, il 4 novembre del 1961, cinquanta anni fa - presentatrice Aba Cercato - si aprono le trasmissioni del Secondo Programma. Alta Pressione di Enzo Trapani lancia Gianni Morandi e Rita Pavone, il pubblico è in cerchio attorno ai cantanti. Il 7 febbraio 1963 la Rai s'impegna ad estenderne la rete, prima diffusa solo in poche grandi città, in modo da arrivare in tutti i capoluoghi di provincia.

Dalla metà degli anni 60 tramonta il consumo collettivo, comunitario della tv e si afferma quello familiare. La registrazione videomagnetica dell'americana Ampex, arrivata dal 1960, permette di distinguere tra produzione e trasmissione-messa in onda, nasce la gestione del magazzini, oggi library. Sino alla riforma del 1975, l'offerta dei due programmi Rai è rigidamente complementare. Il nuovo canale, tra l'altro, per essere ricevuto impone o l'acquisto di un nuovo televisore o di un adattatore.

Nel 1974 la Corte Costituzionale sancisce l'illegittimità di un monopolio controllato nei fatti dall'Esecutivo. Tra il '73 e il '74 le mini-reti via cavo, Telebiella in testa, infrangono il monopolio. Il 14 aprile 1975 viene approvata la legge di riforma della Rai: il secondo programma diventa ReteDue, il Tg2 è una testata autonoma.

La direzione della rete, assegnata al Psi nella "lottizzazione" che seguì la riforma, con Massimo Fichera e quella del Tg2, con Andrea Barbato, danno vita a nuovi formati e nuove trasmissioni sperimentali, come Cronache o di taglio alternativo come l'Altra Domenica di Renzo Arbore.

Nel 1977, con molto ritardo, distruggendo l'industria italiana degli apparecchi televisivi, arriva il colore con il sistema tedesco Pal mentre dal primo gennaio scompare Carosello. Nell'80 parte sulla seconda rete Mixer di Giovanni Minoli, che rivoluziona l'approfondimento giornalistico televisivo. Fichera fa tornare Enzo Tortora in Rai con Portobello, mentre Odeon di Brando Giordani ed Emilio Ravel, dal 1976 cerca di andare oltre i generi (TV7) verso la spettacolarizzazione.

Nel 1979 va in onda sulla seconda rete, alle 22, Processo per stupro: nasce il processo televisivo, si abbattono tabù «giuridici, visivi, di costume giornalistico» (Aldo Grasso, Televisione, Le Garzantine), con una memorabile arringa di Tina Lagostena Bassi, avvocato di parte civile («..La vera imputata è la donna...». Lo stesso gruppo di autrici realizza AAA Offresi: il 12 marzo dell'81 non andò in onda e non lo si è mai più visto, il 12 giugno 81, con le 18 ore di diretta a reti unificate del dramma di Vermicino si aprono interrogativi inquietanti sull'uso della televisione.

La stagione della riforma è esaurita e Michele Santoro con «l'uso criminoso della tv» non è poi così lontano (e la «piazza» era stata, in modo diverso, già coinvolta da Cronache).

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