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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2011 alle ore 13:56.

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Roberto Antonione (Ansa)Roberto Antonione (Ansa)

Silvio Berlusconi è convinto di riuscire a dissuaderlo. Anche perché il suo addio è un duro colpo al Pdl e alla sua storia. Perché Roberto Antonione, natali novaresi, 58 anni, è un pezzo da novanta nel partito del Cavaliere. Consigliere regionale dal 1993, prima con una lista civica e poi con Forza Italia, nel 1998 conquista la poltrona di governatore del Friuli Venezia Giulia con la Casa delle libertà prima di spiccare il volo, tre anni dopo, verso il Senato.

Dalla poltrona di governatore al sottosegretariato
Non certo, quindi, un parvenu della politica. Al punto che, appena sbarcato a Roma, viene nominato sottosegretario agli Esteri nei governi Berlusconi II e III con delega ai paesi dell'Europa dell'Est. Ma anche in casa del Pdl, il medico novarese è molto stimato tanto che nel 2001 succede a Claudio Scajola come coordinatore nazionale di Forza Italia. E, alle amministrative 2011, il premier punta su di lui per interrompere il primato del centro-sinistra a Trieste, ma Antonione deve cedere al candidato del Pd Roberto Cosolini.

L'addio al gruppo del Pdl
Ora, però, l'ex coordinatore non si riconosce più in questa maggioranza e ha annunciato ai microfoni di Radio 24 che lascerà a breve il gruppo parlamentare del Pdl per il Misto. Dove, va detto, sono già traslocati due ex colleghi di corrente, Fabio Gava e Giustina Destro, scajoliani pentiti come lui. Che ancora oggi è tornato a ripetere la sua ricetta al premier: «Bisogna allargare la maggioranza perché con questa strategia non solo non si riesce a governare ma alle prossime elezioni sarà un suicidio».

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