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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2011 alle ore 17:27.

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Fabio Gava (Imagoe)Fabio Gava (Imagoe)

Lo annoverano tra gli scajoliani doc. Ma gli uomini più vicini all'ex ministro dello Sviluppo sostengono che l'avvicinamento tra Fabio Gava e Claudio Scajola è storia recente. Molto più forte è invece il legame che unisce l'avvocato civilista, classe 1949, all'ex governatore del Veneto, Giancarlo Galan, con cui è cresciuto politicamente.

Il civilista recordman di preferenze nel suo collegio elettorale
L'esordio data 1995 quando Gava viene eletto per la prima volta consigliere regionale e diventa assessore alle politiche del Bilancio su indicazione dell'attuale ministro della Cultura. Poi, nel 2000 e nel 2005, la riconferma con un boom di consensi, oltre diecimila preferenze, il più votato nel suo collegio. Galan continua a volerlo accanto a lui e così gli affida la guida della sanità regionale ma soprattutto lo nomina vicepresidente della giunta. Un rapporto strettissimo cominciato nel 1994 quando l'avvocato trevigiano lascia il Partito Liberale per iscriversi a Forza Italia di cui diventerà coordinatore regionale dal 1996 al 1998. Ma è solo l'inizio di una lunga carriera a Via Dell'Umiltà.

Il "no" alla fiducia del 14 ottobre
Come l'ex governatore, Gava è un tipo schietto, senza peli sulla lingua e che ha cominciato a criticare l'operato del Governo Berlusconi ben prima della lettera dei frondisti. Un dissenso culminato nel "no" alla fiducia pronunciato il 14 ottobre scorso quando si è smarcato insieme alla collega Giustina Destro. «Se, come prevedo, non sarà possibile realizzare gli impegni assunti con l'Europa, certo che firmerò la lettera in cui si chiede un cambio di governo e un allargamento della maggioranza», spiegò ai cronisti giusto il 29 ottobre scorso. E ieri ha dato l'ultima scossa alla maggioranza.

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