Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2011 alle ore 06:40.

My24


NAPOLI.
La Procura di Napoli sembra intenzionata a non fare sconti ad Alfonso Papa (Pdl), scarcerato tre giorni fa dalla 1° sezione del Tribunale dopo circa cento giorni di custodia cautelare a Poggioreale.
I pm titolari dell'inchiesta – Henry John Woodcock e Francesco Curcio, con il procuratore aggiunto Francesco Greco – stanno valutando la possibilità di impugnare davanti al Tribunale del riesame l'ordinanza dei giudici che concede il beneficio degli arresti domiciliari al magistrato-deputato imputato nel processo P4 per estorsione, corruzione, concussione, rivelazione di segreto e favoreggiamento.
Un'intenzione, quella dei pm, coerente con il parere negativo dei pubblici ministeri, motivato con il pericolo di inquinamento delle prove, all'ultima istanza di scarcerazione presentata dei legali di Papa, Giuseppe D'Alise e Carlo Di Casola. Una contestazione non condivisa dai giudici che nel provvedimento hanno definito la misura dei domiciliari «presidio idoneo a impedire la riattivazione da parte dell'imputato della rete di relazioni e contatti con gli ambienti in cui sono maturate le vicende ormai di dominio pubblico» sottolineando inoltre l'insussistenza di «elementi concreti che lascino ipotizzare il rischio di futura trasgressione agli obblighi e alle prescrizioni connessi alla misura degli arresti domiciliari». Per i pm, al contrario, c'è ed è riscontrabile negli atti giudiziari un tentativo di alterazione dello scenario investigativo messo in atto dal parlamentare anche durante la detenzione nel carcere di Poggioreale con la collaborazione di «soggetti terzi» e finalizzata ad alleggerire la sua posizione processuale.
Peraltro, durante le indagini preliminari, alcuni testimoni avevano riferito ai magistrati di essere stati contattati dal politico, prima o subito dopo gli interrogatori, per essere messo al corrente dello stato di avanzamento dell'indagine. Ma la scelta della procura di presentare ricorso al Tribunale del riesame contro la concessione dei domiciliari è in qualche modo legata anche alla pronuncia della Corte di Cassazione che l'8 novembre dovrà decidere se mandare in carcere per il reato di associazione per delinquere tre dei quattro indagati dell'inchiesta P4: Papa, appunto, il sottufficiale del Ros Enrico La Monica e l'agente di Ps Giuseppe Nuzzo. Il quarto indagato, il lobbysta Luigi Bisignani, ha chiesto il patteggiamento – sul quale il Gip non si è ancora pronunciato – anche per questo capo di imputazione ed è ormai in libertà nella sua abitazione a Roma.
L'attesa, dunque, è per martedì prossimo. Se la Suprema Corte decidesse di accogliere il ricorso dei legali di Papa verrebbe meno una volta per tutte il presupposto della misura cautelare basata sul reato di associazione a delinquere. Se sarà così la Procura spingerà sull'acceleratore del nuovo ricorso, quello al Riesame contro la concessione dei domiciliari del deputato Pdl.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL PROCESSO

Fuori dal carcere
Alfonso Papa è agli arresti domiciliari nella casa dei genitori a Napoli: non può stare a casa sua a Roma perchè lì risiede sua moglie, Tiziana Rodà, indagata. La procura di Napoli ritiene però che il deputato Pdl possa inquinare le prove. Si attende la decisione della Cassazione sul ricorso dei legali di Papa contro il Tribunale del Riesame, che riconosce il reato di associazione a delinquere e l'applicazione della misura cautelare.
Luigi Bisignani, invece, è in libertà nella sua abitazione romana in attesa dell'ok del gip alla proposta di patteggiamento.

Shopping24

Dai nostri archivi