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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2011 alle ore 19:33.

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La Procura di Roma ha chiuso l'inchiesta sull'acquisto della casa di Claudio Scajola con vista sul Colosseo. Su delega del Procuratore aggiunto, Alberto Caperna, e dei Pm, Roberto Felici e Ilaria Calò, il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza ha notificato all'ex ministro dello Sviluppo economico e all'imprenditore Diego Anemone, indagati per finanziamento illecito a un parlamentare, l'avviso di conclusione delle indagini.

Entro i prossimi venti giorni i Pm procederanno con la citazione diretta a giudizio davanti al Tribunale monocratico, rito previsto per i reati puniti con una pena massima inferiore ai 4 anni di reclusione. Secondo l'accusa, Anemone, uno dei personaggi chiave dell'inchiesta perugina sul G8 di cui quella sulla casa di Scajola costituisce un filone girato a Roma per competenza territoriale, avrebbe pagato, tramite l'architetto Angelo Zampolini, parte (circa 900mila euro su 1,7 milioni) della somma versata il 6 luglio 2004 dall'ex ministro per acquistare l'immobile. In base a quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri del Ros, i soldi sarebbero stati fatti arrivare da Anemone alle sorelle Barbara e Beatrice Papa, proprietarie della casa in via del Fagutale, tramite Zampolini, che avrebbe consegnato 80 assegni circolari della Deutsche Bank.

Scajola si è sempre dichiarato estraneo alle accuse, sostenendo di essere stato all'oscuro del pagamento. Ufficialmente l'abitazione é stata pagata 610mila euro dall'esponente del Pdl che, a tal fine, ha acceso un mutuo di circa 600mila euro. Secondo l'accusa, Anemone, attraverso tre ditte a lui riconducibili, avrebbe anche pagato e realizzato i lavori di ristrutturazione dell'immobile, terminati nel 2006. Secondo i legali degli indagati, anche se si dovesse arrivare a un giudizio, difficilmente il procedimento potrà concludersi prima dell'intervenuta prescrizione che, per il reato in questione, é prevista in sette anni e mezzo. Di diverso avviso i Pm, che fanno partire il conto della prescrizione dall'ultimazione dei lavori di ristrutturazione della casa dell'ex ministro anziché dalla data di acquisto dell'immobile.

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