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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2011 alle ore 12:38.

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La maggioranza oscilla alla Camera fra 315 e 306 voti. L'ipotesi più ottimistica è quella che si ripeta il risultato del 14 ottobre quando alla prova della fiducia il centro-destra ottenne 316 voti. Oggi a questi 316 bisognerebbe sottrarre con certezza quelli di Alessio Bonciani e Ida D'Ippolito passati dal Pdl all'Udc e aggiungere il voto di Luca D'Alessandro (capo ufficio stampa Pdl e quindi deputato fedele) che sostituirà Pietro Franzoso, il deputato Pdl morto ieri che all'ultima fiducia non ha potuto partecipare. Ma questo è ancora uno scenario ottimistico perché nelle settimane trascorse dal 14 ottobre altri strappi si sono consumati nella maggioranza. Innanzitutto la lettera dei sei scontenti del Pdl che potrebbe essere il segnale di 4 nuove defezioni: quella di Guglielmo Picchi, Isabella Bertolini, Roberto Antonione e Giorgio Stracquadanio. La Bertolini ieri si è detta offesa dalle parole usate da Berlusconi sugli scontenti: «Non gli ho mai chiesto nulla, tantomeno posti di governo».

Alla maggioranza potrebbero inoltre mancare anche i voti dei tre repubblicani che hanno lasciato in sospeso la decisione sulle prossime votazioni, in particolare sul maxiemendamento anticrisi e quello dell'ex responsabile Antonio Milo che a ottobre votò solo all'ultimo minuto e oggi ha firmato insieme a Sardelli una lettera per chiedere un passo indietro a Berlusconi. Tutti questi scontenti porterebbero la maggioranza a una quota ben più bassa di quella necessaria per avere la fiducia assoluta di 315 voti. La conta si fermerebbe infatti a 306. Una cifra che costituisce in queste ore il vero incubo dei dirigenti Pdl. Anche perché si avvicinerebbe pericolosamente alla quota cui può aspirare l'opposizione: 303 voti se l'asticella si fermasse al risultato del 14 ottobre (i 301 dell'ultima fiducia aumentati dei due Pdl passati al gruppo Udc). Se però questa volta i Radicali decidessero di votare con il loro gruppo d'appartenenza, ecco che l'opposizione potrebbe contare su ben 309 voti.

La quota di 306 è comunque considerata la previsione più nera: alla fine la maggioranza ritiene di poter raggiungere quota 311-312 nel voto sul rendiconto in programma martedì prossimo. Nelle ultime ore si studia addirittura la possibilità di far votare Alfonso Papa, che si trova agli arresti domiciliari a Napoli per l'inchiesta P4: secondo alcuni la detenzione domiciliare nulla osta alle votazioni in Parlamento.
Quel che Denis Verdini e Angelino Alfano stanno poi strettamente monitorando in queste ore è soprattutto l'eventualità che gli scontenti passino con l'opposizione: un conto è infatti la scelta di un voto di astensione, tutt'altro è un voto contrario. Proprio per avere il polso di quanto sta accadendo a Montecitorio ieri Silvio Berlusconi ha incontrato i vertici del Pdl e Gianni Letta non appena rientrato da Bruxelles. Le notizie non sono state incoraggianti: l'ultima defezione in ordine di tempo si è registrata al Senato dove il Pdl Carlo Vizzini, presidente della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, ha annunciato il passaggio al Psi di Riccardo Nencini.

I PERSONAGGI

Carlo Vizzini
Ex senatore Pdl
Carlo Vizzini ha annunciato ieri il suo addio al gruppo Pdl del Senato. Passerà ai socialisti di Riccardo Nencini «per dare voce in Parlamento alla sezione italiana del Partito del Socialismo europeo del quale nel 1992 sono stati tra i fondatori»

Luca D'Alessandro
Deputato Pdl
Il capo ufficio stampa Pdl Luca D'Alessandro subentrerà al deputato Pdl Pietro Franzoso morto ieri. D'Alessandro sarà per il Pdl un voto certo che Franzoso non aveva potuto più garantire per l'incidente che lo aveva costretto ad assentarsi

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