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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2011 alle ore 00:02.

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Guido Crosetto (LaPresse)Guido Crosetto (LaPresse)

Oggi
Il voto di oggi è un atto di responsabilità nei confronti del paese», e «il governo non cadrà». Ne è convinto il sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto, intervenuto questa mattina a La telefonata di Belpietro, in onda su Canale 5. «Sono deluso - ha anche affermato - da tutti i miracolati da Berlusconi che ora gli voltano le spalle». Sono uno di quelli che pensa che il premier non possa permettersi di cadere in Parlamento. Non vorrei che Berlusconi arrivasse in Parlamento e per colpa di due, tre traditori subisse l'umiliazione di vedersi sotto nei numeri».

«Preferirei - ha spiegato - che andasse al Quirinale e anticipasse l'evoluzione politica. Lui dovrebbe gestire il futuro, tenere Pdl e Lega con le redini in mano e allargare la maggioranza non fino al Pd ma al Terzo polo proponendo una persona di cui si fida. Berlusconi sfida qualunque pericolo e problema con il petto all'infuori. Ma dal punto di vista dell'assetto personale non vorrei che subisse l'umiliazione. Poi, per carità, se lo vogliamo fare li guarderò in faccia anche io, con la faccia più cattiva della sua. Sono deluso, scioccato e colpito. Ho visto alcune persone che conosco e che devono tutto o molto a Berlusconi accodarsi di fronte alla sirena di Casini. La Carlucci? Mi ha veramente deluso, è una amica, le sono affezionato ma mi ha deluso moltissimo. Chi ha fatto dei distinguo apre solo la strada a Vendola e Bersani».

Le frasi "rapite" e la retromarcia
"Sarebbe umiliante essere sfiduciato dalla Camera. Meglio dimettersi". Questo è il consiglio al Premier del sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto, intervistato da Giuseppe Cruciani alla Zanzara su Radio 24."Si chieda la fiducia solo se hanno i numeri altrimenti è un umiliazione che non mi sembra il Premier meriti" continua Crosetto a Radio 24. "Se il Governo dovesse cadere si vada alle elezioni"Sull'audio che da ieri mattina fa discutere il mondo della politica pubblicato su Twitter direttamente dallo stesso vicedirettore di Libero, Franco Bechis, e un presunto alto esponente del Pdl che scarica il premier, il sottosegretario Crosetto in un primo momento ha detto: «La voce non è mia. E' di un altro deputato piemontese. Chiedetelo a Bechis. Io non uso quell'espressione, uso "testa di siluro". Mi farò dare i tabulati dalla Telecom dalla Telecom. Io non gioco in Borsa».

Poi l'ammissione
«Non mi va di raccontare balle. Non ne sopporto il peso. La telefonata con Bechis è mia. Era un discorso con un vicedirettore, giornalista che conosco da undici anni, di centrodestra, berlusconiano doc, di un giornale amico che, come succede molto spesso mi chiamava per capire ciò che poteva succedere». Guido Crosetto, in una nota, torna sui suoi passi e ammette di essere lui il deputato pidiellino al telefono con il vicedirettore di Libero.
«Gli ho detto ciò che poteva succedere e le motivazioni. Che io, come molti altri, non voglia che Berlusconi rischi l'umiliazione che toccò a Prodi per due o tre traditori, è noto», prosegue il sottosegretario alla Difesa. «L'epiteto iniziale è semplicemente un modo magari colorito di parlare tra persone in confidenza da anni, di un terzo amico di cui non condividi in quel momento una decisione e cioè quella di andarsene da Roma oggi. A caldo pensavo fosse più semplice liquidare tutto negando, esclusivamente per non ferire una persona alla quale sono affezionato ed a cui voglio bene, con un termine che mi capita di usare con molti amici, non contestualizzando in un dialogo in libertà. Riflettendo con calma preferisco la verità. Non è mia abitudine mentire e, non voglio iniziare a farlo. Tanto più che visti i rapporti, la fiducia, la storia e gli atti di questi anni, l'interessato sa perfettamente che se dico qualcosa anche in malo modo, lo faccio per difenderlo. La cosa incomprensibile - conclude Crosetto - è semmai che un amico ti registri e mandi in web una telefonata privata nella quale parli in libertà e relax. Non mi sono mai piaciute le intrusioni nella privacy di nessuno. Questa, tutto sommato, non ha nemmeno particolari elementi di interesse».

Ma perché l'ha messa in rete? «L'ha messa Bechis per non essere denunciato di aggiotaggio» conclude a Radio 24 il sottosegretario del Pdl. Nel pomeriggio, dopo che il vicedirettore di Libero ha messo online l'audio della telefonata, con voce modificata, in rete è stata una corsa a indovinare chi fosse l'interlocutore di Bechis. Il quale, rigorosamente su Twitter, ha scritto: «Non ho parlato con nessuno dei 4 nomi circolati sui siti. Ho messo audio solo per fare capire che non c'è aggiottaggio».

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