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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2011 alle ore 09:01.

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L'opzione-elezioni è quella su cui il premier combatterà fino alla fine. E il percorso per arrivarci potrebbe essere quello di farsi sfiduciare dal Parlamento magari chiedendo un voto di fiducia prima al Senato – dove conta di avere ancora i numeri – e poi alla Camera dove invece la maggioranza di fatto non c'è più. E farebbe questo doppio passaggio – con duplice esito – proprio per dimostrare l'impossibilità di soluzioni alternative, tipo Esecutivi tecnici, alle elezioni. Dopo la sfiducia e le dimissioni obbligate, se il capo dello Stato constata ancora l'insussistenza di una maggioranza alternativa per formare un nuovo Esecutivo, decide lo scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate. Così la crisi sfocia nelle urne come ha sempre voluto Berlusconi e anche Bossi. La data delle elezioni potrebbe essere fissata già a gennaio per accelerare i tempi della campagna elettorale e non lasciare che l'instabilità politica influisca a lungo nel giudizio dei mercati e dell'Europa. Si andrebbe alle urne con questa legge elettorale – il Porcellum – e con gli attuali tre schieramenti e leader.


- L'aspettativa è che i mercati si comportino come sulla Spagna: cioè che diano credibilità a un cambio di Governo. Anche la fattibilità politica è alta visto che Pdl e Lega vogliono questo esito. Il giudizio del Sole 24 Ore è comunque prudente: le urne sono una svolta ma servirebbe un esito di maggiore stabilità

Giudizio dei mercati - Positivo
Praticabilità politica - Alta
Giudizio del Sole 24 Ore - Medio

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