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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2011 alle ore 09:05.

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L'alternativa alle elezioni è la formazione di una nuova maggioranza e di un nuovo Esecutivo. Opzione che potrebbe nascere sia nel caso di dimissioni di Silvio Berlusconi, sia in quelle con cui viene sfiduciato con un voto del Parlamento. A quel punto il capo dello Stato, dopo le consultazioni, ha due strade: una, appunto, è verificare l'esistenza di una maggioranza alternativa su un Esecutivo guidato da un nome che riscuote il maggiore consenso tra maggioranza e opposizione. Finora quel nome – esplicitamente indicato da Udc e Pd e da qualche personalità del Pdl – è Mario Monti. Dunque, Napolitano affida l'incarico all'ex commissario Ue – anche per la sua credibilità a livello europeo e internazionale – che verifica la possibilità di formare un governo e una maggioranza.

Dall'esito dei colloqui decide di andare in Parlamento e chiede la fiducia su un programma che ricalcherebbe la lettera Bce e dell'Ue per tamponare la crisi e rimettere in sicurezza i conti dopo le fiammate sullo spread e i rendimenti dei titoli di Stato. Se ottiene il disco verde la prospettiva è andare alle urne nella primavera 2013.


- Il giudizio dei mercati sarebbe positivo, il titolo Italia riprenderebbe quota vista l'alta credibilità internazionale di Monti. La praticabilità politica è tuttavia ridotta visto che servirebbe uno sforzo bipartisan Pd-Pdl. Positivo il giudizio del Sole: è la soluzione che offre maggiore stabilità e credibilità non solo a livello Ue

Giudizio dei mercati - POSITIVO
Praticabilità politica - BASSA
Giudizio del Sole 24 Ore - POSITIVO


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