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Questo articolo è stato pubblicato il 09 novembre 2011 alle ore 08:09.

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Molti parlano di elezioni anticipate come possibile esito della crisi di Governo. Pochi si chiedono se siano un fatto positivo o meno per il Paese. Se il responso delle urne fosse chiaro e il voto producesse un Governo con una solida base parlamentare, forse sarebbe un bene andare a votare il più presto possibile per dare maggiore certezze a cittadini e mercati. Come sta facendo la Spagna. L'Italia ha un grande bisogno di governabilità e questa non ci può essere se non si creano le condizioni per un Governo forte che abbia davanti a sé un orizzonte temporale di medio-lungo periodo. Queste condizioni si possono realizzare andando a votare nei prossimi due-tre mesi?

Non è possibile prevedere l'esito di elezioni future senza conoscere gli schieramenti in campo. Cosa farà il Pd? Si presenterà con la formazione di Vasto, insieme a Sel e Idv? Pdl e Lega Nord saranno sempre insieme, magari con l'aggiunta di altre formazioni di destra come quella di Storace e il Grande Sud di Miccichè? E soprattutto cosa farà il terzo polo? Questa è la domanda decisiva. L'area di centro è oggi molto affollata. Ci sono Udc, Fli e Api. Come si presenteranno alle elezioni? Sceglieranno tra destra e sinistra o se ne staranno da soli? E poi non si possono dimenticare Luca Cordero di Montezemolo e la sua lista civica nazionale.

Si unirà al terzo polo o deciderà di presentarsi da solo? Quando saremo vicini alle elezioni queste domande troveranno una risposta precisa. Oggi possiamo fare solo delle speculazioni, ma non del tutto infondate. Il loro fondamento è il sistema elettorale. Se non cambia, e non si vede come possa cambiare con un voto a gennaio, quello che sappiamo sul suo funzionamento è una guida affidabile su quanto potrà succedere a livello di strategie dei vari partiti e quindi in termini di risultato finale.
Il punto da cui partire è l'osservazione che alla Camera ci sarà in ogni caso un vincitore. Qui basta che un partito o una coalizione abbia un voto più degli altri per ottenere 340 seggi. In questo momento, sulla base dei sondaggi, la coalizione vincente potrebbe essere quella che vede insieme Pd, Idv e Sel. Sono loro ad avere la maggioranza relativa dei voti. Possono vincere ma a condizione che il terzo polo non si schieri con il centrodestra.

In ogni caso però non possono vincere al Senato. Forse è per queste ragioni che Bersani anche dal palco di Piazza San Giovanni ha insistito sulla prospettiva di un accordo tra centro e sinistra. Non c'è alcun dubbio che questa sarebbe la soluzione migliore per il Pd di oggi. Quella meno rischiosa. Ma presenta due problemi. Il primo è che sarebbe uno schieramento molto eterogeneo andando da Sel all'Udc e Fli. Casini e Fini. Possono stare insieme a Vendola? E se così non fosse il Pd può rinunciare alla alleanza con Sel pur di aggregare il terzo polo? Il secondo problema è che Casini e alleati potrebbero avere altri obiettivi.
Il terzo polo è la chiave per capire cosa succederà in caso di elezioni anticipate. Conservando il consenso che i sondaggi gli danno ora le sue decisioni ne condizioneranno certamente l'esito. Se si schierasse con l'una o con l'altra parte è molto probabile che ne determinerebbe la vittoria sia alla Camera che al Senato. Ma potrebbe anche decidere di non schierarsi prima del voto. Questa in effetti è la strategia meno rischiosa, vista la natura del suo elettorato. In questo caso, e lo abbiamo scritto sulle pagine di questo giornale in altri tempi, alla Camera potrebbe vincere la sinistra, se le intenzioni di voto resteranno quelle di oggi, o la destra, se Berlusconi - o chi per lui - riuscirà a rimobilitare le sue truppe deluse. Ma al Senato non vincerà nessuno. Il sistema elettorale del Senato è una specie di lotteria di 17 premi regionali senza biglietto vincente se alla lotteria partecipa anche un terzo polo competitivo.

In altre parole con un terzo polo sopra il 10% dei voti nessuno dei due schieramenti maggiori può ottenere la maggioranza assoluta dei seggi in questo ramo del Parlamento. Perché questo accada il terzo polo non ha bisogno di vincere il premio di maggioranza in alcuna regione. Gli basterà superare le soglie di sbarramento e in questo modo strappare seggi alle due coalizioni maggiori. Se le cose andranno in questo modo chi vince alla Camera dovrà bussare alla porta di Casini e alleati per fare un Governo.

Il leader dell'Udc non potrà scegliere con chi allearsi perché dovrà fare comunque i conti con chi avrà vinto alla Camera, ma potrà certamente chiedere al vincente condizioni vantaggiose in cambio del suo sostegno. Potrebbe anche puntare ad un Governo di larghe intese se ce ne fosse la necessità. Non è uno scenario da bipolarismo virtuoso ma è lo scenario più probabile e forse per il Paese il più utile. E così quel Governo che forse sarà difficile fare ora si potrebbe fare dopo le elezioni per forza di cose e con il beneplacito degli elettori. Anche una legge elettorale difettosa a volte può servire. Ma è tutto da vedere.

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