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Questo articolo è stato pubblicato il 09 novembre 2011 alle ore 06:36.
ROMA
Gianfranco Fini ripete più volte la domanda: «Onorevoli colleghi avete votato tutti?». Il momento è di quelli cruciali e nessuno può permettersi di sbagliare. Così il presidente della Camera concede qualche minuto in più. Poi il tabellone dà il responso del voto elettronico: 309 votanti, 308 sì, un astenuto. Il resto, 321 deputati, non votano. Alcuni – pochi - perché assenti dall'Aula (Alfonso Papa è ai domiciliari, il repubblicano Francesco Nucara è in clinica, Mirko Tremaglia è ammalato), Gianfranco Fini in ossequio al suo ruolo di presidente, Gennaro Malgieri perché è in bagno e deve intervenire a voto concluso per scusarsi ed assicurare che se fosse stato presente avrebbe votato sì.
Ma quel che conta è che il resto dei non votanti (316) lo fa per scelta. Lo fa per scelta l'opposizione con i suoi 306 deputati e lo fanno per scelta i 3 deputati Pdl (Destro, Gava e Stradella) e i 7 del gruppo misto che progressivamente si sono allontanati dalla maggioranza. Alcuni di questi (quelli che il 14 ottobre avevano votato a favore del governo e in queste tre settimane si sono allontanati dalla maggioranza) vengono classificati come «traditori» dal premier: si tratta dei Pdl Roberto Antonione e Franco Stradella che ha voluto mandare un messaggio inequivocabile al premier distinguendosi da tutto il resto dell'emiciclo con l'astensione. Nella lista c'è poi Malgieri, incredibilmente alla toilette al momento del voto. Ancora: ci sono Ida D'Ippolito, Alessio Bonciani e Gabriella Carlucci appena transitati dal Pdl all'Udc ed orgogliosamente accompagnati dal segretario Lorenzo Cesa sugli scranni dei centristi. Infine due deputati del gruppo misto: Giancarlo Pittelli che aveva firmato la lettera dei frondisti dell'Hotel Hassler e Francesco Stagno d'Alcontres che aveva manifestato il suo scontento per non aver ricevuto i fondi per gli alluvionati di Messina.
E non hanno aiutato la maggioranza quei sei deputati che già il 14 ottobre avevano attraversato il guado non votando la fiducia: i Pdl Giustina Destro e Fabio Gava, l'ex Pdl Santo Versace, l'ex responsabile Luciano Sardelli e l'ex Pid Calogero Mannino, cui va aggiunto l'ex Fli Antonio Buonfiglio che ha lasciato i finiani senza però abbracciare i berlusconiani.
Nessun ripensamento da parte di chi ha deciso di confermare il non voto che, anzi, è stato accompagnato dal duro respingimento delle accuse di tradimento: «Io traditore? – obietta Mannino –. A me Berlusconi deve dire solo grazie. Fui io infatti il 14 dicembre a votare a favore del governo benché fossi nell'Udc. Ora però la situazione è ben diversa e l'unica soluzione è un governo allargato per uscire dal guado...». E Sardelli rincara: «I traditori sono i generali votati alla sconfitta che portano alla rovina il premier e il partito». Concetto rilanciato anche da Pittelli: «Farebbe bene a guardarsi da chi ha intorno invece di lanciare gratuitamente accuse a delle persone perbene che da tempo, inascoltate, gli chiedono di allargare la maggioranza...». Ed anche dagli ex fedelissimi giungono strali: «Non è certo gridando al tradimento che risolve il problema, si tratta di accuse irricevibili» chiosa Roberto Antonione. In serata poi Antonione, Destro, Gava, Pittelli, Sardelli, Buonfiglio e Scotti si sono riuniti per fare il punto sulla nuova componente del gruppo misto alla quale vorrebbero dar vita.
Unica consolazione per il premier, rispetto alle previsioni della vigilia, è il voto recuperato di Antonio Milo, per vari giorni dato come incerto. Il deputato di Popolo e territorio ha fatto ingresso a Montecitorio in compagnia del coordinatore campano del Pdl Nicola Cosentino ed ha subito soddisfatto la curiosità dei cronisti: «Ma che problema c'è? Voterò sia il rendiconto che la fiducia perché sono stato eletto con questa maggioranza».
Trionfante è poi l'opposizione che rivendica un doppio risultato: aver garantito il numero legale per far passare il rendiconto e aver dimostrato con i numeri che la maggioranza non c'è più.
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IL FILM
DELLA
GIORNATA
CARLUCCI SIEDE SUI BANCHI UDC
Hanno preso posto accanto al segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, le neo-arrivate nel gruppo di Pier Ferdinando Casini, le ex deputate Pdl Ida D'Ippolito Vitale e Gabriella Carlucci che, con il loro passaggio, hanno contribuito allo spostamento degli equilibri tra maggioranza e opposizione
IL TABELLONE SEGNA 308 SÌ
Quando intorno alle 16 il voto elettronico è concluso, il tabellone (foto) dà il responso: i presenti sono 309, i favorevoli 308, uno l'astenuto. I restanti 321 deputati non hanno votato. Fra questi gli assenti, l'opposizione e i dissidenti del Pdl e del gruppo misto
BERSANI: BERLUSCONI LASCI
Dopo il voto il leader Pd Pierluigi Bersani (foto) prende la parola per chiedere a Berlusconi di dimettersi: «Se lei non si dimettesse, e non oso credere che non lo faccia, le opposizioni valuterebbero iniziative ulteriori perché così non possiamo andare avanti»
Il voto sul Rendiconto e gli otto «traditori»