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Questo articolo è stato pubblicato il 09 novembre 2011 alle ore 15:39.

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I firmatari della lettera dell'Hassler stanno già preparando un nuovo documento per poi far partire la raccolta firme. «Per salvare il Paese occorre dire subito no alle elezioni anticipate», è la premessa dei promotori dell'iniziativa. «Stiamo ragionando - dice Giustina Destro - ad un documento, non possiamo restare a guardare. Il maxiemendamento non solo lo dobbiamo approvare, ma anche mettere in atto e per farlo occorre un esecutivo di larghe intese». A uno scenario simile pensano anche Formigoni e l'area che fa riferimento a Claudio Scajola. Al momento non c'è un fronte unico anti-voto, ma la linea ufficiale del Cavaliere è osteggiata - riferiscono fonti parlamentari del Pdl - da più di 50 deputati. Oltre al gruppo capitanato da Urso a non volere le elezioni anticipate sono gli ex Responsabili che stanno pensando di costituire una componente politica alla quale parteciperebbero esponenti tra cui Sardelli e Milo e l'area di Miccichè.

Scajola vuole condurre la battaglia all'interno del partito, ma i suoi non escludono che possa arrivare nei tempi giusti l'adesione all'iniziativa che stanno portando avanti i malpancisti" del Pdl. Il ragionamento di evitare le urne è condiviso da diversi "big" di via dell'Umiltà e soprattutto dalla maggior parte dei ministri che compongono il governo Berlusconi. Ministri in particolar modo vicini al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che da giorni sostiene la neecssità di dar vita ad un governo di larghe intese. «Andare alle urne in questo momento sarebbe un danno per il Paese e per il partito», sostiene un membro dell'esecutivo. Secondo le stesse fonti anche Angelino Alfano non escluderebbe altre strade oltre a quella del voto anticipato. Berlusconi, però, per il momento punta dritto alle urne entro febbraio.

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