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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2011 alle ore 16:44.

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Dopo l'uscita del premier Cameron che giudica l'Italia un chiaro pericolo per l'euro, vengono diffuse le dichiarazioni del presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, secondo cui il crollo della zona dell'euro avrebbe costi elevatissimi ovvero «nella fase iniziale al 50% del Pil nazionale dei vari paesi della Ue». Lo ha detto la sua portavoce a Bruxelles, aggiungendo che Barroso ha tratto questa cifra da uno studio tedesco, secondo il quale una spaccatura della zona della moneta unica costerebbe alla sola Germania il 3% del suo Pil e un milione di posti di lavoro. «Il presidente si basa su questo studio per rimarcare il costo enorme che avrebbe la disparizione della zona dell'euro, senza stimare i costi politici», ha detto la portavoce.

Parlando ieri sera a Berlino, Barroso aveva detto che «una Ue divisa non funzionerebbe» e che la vera «sfida è come approfondire l'integrazione della zona dell'euro senza creare divisioni con i paesi che non ne fanno ancora parte». «La Ue nel suo insieme e la zona dell'euro vanno avanti
insieme e non possono essere divise», aveva martellato Barroso,
respingendo così tutte le ipotesi di creazione di una zona dell'euro a due velocità che, secondo indiscrezioni stampa, non sarebbe esclusa da Francia e Germania.

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