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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2011 alle ore 13:15.

Massimo PonzelliniMassimo Ponzellini

L'ex presidente della Banca popolare di Milano e attuale presidente di Impregilo, Massimo Ponzellini, è stato oggi perquisito nell'ambito di un'indagine per associazione a delinquere e ostacolo alle autorità di vigilanza condotta dalla procura di Milano. L'inchiesta dei pm Roberto Pellicano e Mauro Clerici è nata da un rapporto ispettivo di Bankitalia arrivato in procura nel giugno scorso che segnalava finanziamenti anomali per 148 milioni di euro concessi dalla Bpm a favore di Atlantis/BpPlus, gruppo attivo nel gioco d'azzardo che fa capo a società off-shore delle Antille Olandesi riconducibili a Franceso Corallo, figlio di Gaetano, pregiudicato per criminalità organizzata.

Ponzellini, secondo l'accusa, avrebbe concesso la linea di credito esponendosi «personalmente in maniera del tutto anomala», nonostante la contrarietà di altri esponenti del cda della banca, «giungendo ad esercitare pressioni sugli organi deputati alla valutazione del finanziamento a dando istruzioni fuorvianti e omissive». Bpm non è indagata ma, stando alle indagini, potrebbe essere considerata parte lesa. Ponzelli potrebbe avere ottenuto «guadagni illeciti» dall'operazione di finanziamento ad Atlantis.

Sono tre gli indagati nell'inchiesta: Ponzellini, il suo ex collaboratore Antonio Cannalire e una terza persona di cui non si conosce per ora il nome. «Cannalire -chiariscono i pm - potrebbe essere la persona che favorisce o gestisce i guadagni illeciti di Ponzellini, procurandosene al contempo di propri». Da quanto si è saputo, infatti, gli inquirenti potrebbero anche contestare a breve una serie di reati patrimoniali a Ponzellini e agli altri indagati, tra cui ad esempio l'appropriazione indebita e il riciclaggio. Reati patrimoniali a cui sarebbe finalizzata l'associazione per delinquere già contestata agli indagati assieme all'ostacolo alle attività di vigilanza. I commento di Ponzellini è stato: «Sono tranquillo».

Chi è Cannalire
Cannalire è dipendente della società francese di consulenze CapGemini ed è anche legato personalmente al business delle macchine da gioco in quanto socio al 33,3% di Jackpot Game srl, nonché consigliere di amministrazione di M2Holding srl e M2 Pictures srl, assieme a Marco Dell'Utri (figlio di Marcello) e ad Alessandro La Monica (legale rappresentante di Atlantis Italia). E' inoltre in stretti rapporti con Marco Milanese, ex braccio destro di Tremonti.

Gli inquirenti stanno facendo accertamenti anche su una gara, aperta dai monopoli di Stato e poi vinta da Atlantis, che potrebbe essere stata condizionata e legata alla vicenda del finanziamento da parte di Bpm.

Perquisizioni in varie città
I militari della Gdf hanno effettuato nove perquisizioni in abitazioni private e sedi di società (Impregilo e Bpm) a Roma, Milano e Bologna (presso lo studio del commercialista Guido Rubbi socio professionale di Ponzellini). A Roma i finanzieri si sono presentati in piazza di Spagna nella casa-ufficio di Francesco Corallo (che non è indagato) che ha invocato l'immunità in quanto ambasciatore di un Pase caraibico per conto della Fao.

Laboccetta si porta via il computer
Mentre gli inquirenti facevano i controlli presso il ministero degli Esteri è arrivato il parlamentare del Pld, Amedeo Laboccetta (fino al 2008 socio di Atlantis/Bplus) sostenendo che il computer che i militari volevano sequestrare nella casa di Corallo era suo e se l'è portato via. «L'ho preso solo perchè non vedo il motivo per il quale un computer che non ha nulla a che fare con un'indagine in corso su Ponzellini, persona che nemmeno conosco, debba finire agli atti di una inchiesta» ha detto Laboccetta, definendo il tutto «un grande equivoco».

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