Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2011 alle ore 09:33.

My24

È sempre Mario Monti ad essere in cima a tutti i pronostici per la successione alla presidenza del Consiglio. Ma la strada non è ancora spianata. Per questo, Giorgio Napolitano, regista unico della crisi, anche ieri ha inviato messaggi precisi soprattutto al Pdl. Il primo, consegnato ad una conversazione telefonica con il presidente tedesco Christian Wulff, è nell'invito a che gli impegni assunti dall'Italia, «e ogni ulteriore, necessaria decisione si traducano presto in una efficace e condivisa azione di governo». Gli impegni saranno «onorati presto». Il secondo è che nell'incertezza dello sbocco finale, alla luce di quel che è emerso ieri nel Pdl, la partita vera la si giocherà nel corso delle consultazioni: a quel punto - si ragiona al Colle - occorrerà giocare a carte scoperte, fuori da tatticismi di sorta.

La spaccatura nel Pdl, le ipotesi circolate ieri di un possibile appoggio esterno fino all'indicazione di un nome alternativo a Mario Monti per la guida del governo, per chiudere una soluzione al premier per i processi in corso, rientrano ancora in una fase della crisi difficile da interpretare, tanto che fino a tarda sera al Colle la prudenza iniziale si è trasformata in una presa d'atto della complessità della situazione. Il Presidente ha avuto a questo proposito un colloquio telefonico con Angelino Alfano e ha parlato anche con Gianni Letta e Renato Schifani. Non ha nascosto la sua preoccupazione per un eventuale prolungamento inaccettabile dei tempi. La soluzione per il Capo dello Stato non muta, almeno per ora: governo Monti sostenuto dal più ampio schieramento possibile in Parlamento. Non ci sono insomma nomi alternativi che possano evitare le urne anticipate: è quello che Napolitano ha fatto sapere anche rendendo noto il contenuto dei contatti telefonici di questi giorni con Barack Obama e i leader europei.

Dalla Caporetto di mercoledì scorso sui mercati finanziari, Napolitano è l'interlocutore istituzionale cui guarda l'intera comunità internazionale. «Le Monde» lo ha descritto ieri come il «garante della transizione in Italia». La sequenza degli eventi delle ultime ore rafforza la convinzione di Napolitano che non siano certo le elezioni anticipate lo sbocco auspicabile della crisi. Certo è che, se nel corso delle consultazioni non dovesse emergere una chiara e uniforme indicazione da parte dei due principali schieramenti, non resterebbe che il ricorso alle urne. La pressione internazionale, anch'essa un inedito che rende esplicita la gravità del momento, è che si vada in tutt'altra direzione. Lo ha esplicitato il presidente permanente dell'Unione, Herman Van Rompuy: all'Italia servono riforme, non certo le elezioni.

In queste ore le prese di posizione dei principali leader europei sono parsi tutti in assoluta consonanza con la linea che sta portando avanti Napolitano. Ma la giornata di ieri non ha offerto elementi di certezza al presidente della Repubblica. Il timing per ora non muta: consultazioni lampo non appena Silvio Berlusconi si sarà dimesso, incarico già domani per dare ai mercati il segnale prima della riapertura di lunedì. Giorno in cui peraltro è in programma un'altra asta di Btp a cinque anni. Prudenza, massima cautela, però - si osserva al Colle - perché alla volontà del Capo dello Stato deve corrispondere un orientamento netto e preciso, che non esponga il costituendo governo al rischio di essere impallinato qualche giorno dopo in Parlamento.

Come lo stesso Wulff ha comunicato a Napolitano, l'Europa prima di tutto attende che l'Italia «mantenga gli impegni» sottoscritti. Se il costituendo governo potrà contare appunto su un ampio consenso, com'è negli auspici del Capo dello Stato, allora si potranno mettere a punto le prossime mosse, a partire da una probabile, nuova manovra correttiva e dagli interventi necessari per sostenere la crescita. Il cerchio si chiude con quel che Nicolas Sarkozy ha detto ieri a Napolitano: la prospettiva è che l'Italia «si dia al più presto un governo capace di contribuire al superamento di una situazione che è altamente preoccupante per tutta l'Europa e in particolare per la zona euro».
Ovviamente, al di là delle uscite estemporanee di singoli esponenti politici, Napolitano sta cercando di individuare tutti gli spiragli possibili per evitare il fallimento del suo tentativo. L'argomento più forte: lo spread tra Btp e Bund é sceso a 456 punti, in netto ridimensionamento rispetto al picco di 575 punti di mercoledì. L'aspettativa dei mercati è per una rapidissima soluzione della crisi.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi