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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2011 alle ore 19:46.

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Un italiano su 25 si ammala di tumore, ma cresce la sopravvivenza e 700 mila italiani vivono dopo avere sconfitto la malattia. Si è svolta questa mattina al Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la cerimonia per la Giornata nazionale per la ricerca sul cancro, nel corso della quale hanno preso la parola il presidente dell'Associazione italiana per la ricerca sul cancro Piero Sierra, il direttore scientifico dell'Istituto europeo di Oncologia, Umberto Veronesi, la ricercatrice Airc dell'Universitá "G. D'Annunzio" di Chieti, Rosa Visone, e il ministro della Salute, Ferruccio Fazio.

Nel corso della cerimonia il Presidente Napolitano ha consegnato il premio «Credere nella Ricerca», attribuito per il 2011 dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro all'attore Remo Girone.

Fondamentale la diagnosi "embionale" dei tumori
Diagnosticare un tumore ancora "embrionale" con un'analisi del sangue. È una delle sfide con cui si sta confrontando la ricerca dopo la mappatura del genoma umano, un decennio fa, per dare scacco al cancro. A illustrare le «rivoluzioni» seguite alla possibilitá di studiare il Dna è Umberto Veronesi, direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, nel suo intervento alla cerimonia al Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per la Giornata per la ricerca sul cancro, promossa dall'Airc (Associazione per la ricerca sul cancro). Si è scoperto, spiega l'oncologo, «che il Dna della cellula colpita dal tumore si trasforma sin da subito. Rilascia nel sangue microframmenti di Rna (microRna): se riusciamo a scoprire in una persona apparentemente sana queste "spie" di un processo tumorale
in atto, faremmo passi avanti davvero enormi per la diagnosi precoce». È
giá partito, con quest'obiettivo, un ampio progetto sul tumore del polmone, che combina l'analisi del sangue alla ricerca dei microRna con tecniche diagnostiche avanzate, ma più "tradizionali".

Per la ricerca si punta sulla generosità dei privati
In occasione della cerimonia per la Giornata Nazionale per la Ricerca sul Cancro, il presidente dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, Piero Sierra, ha tracciato il bilancio del lavoro dell'Airc che conta 540 progetti finanziati e un programma che coinvolgerà 2 milioni e 500 mila studenti nelle scuole. E in tempo di crisi e con pochi fondi i ricercatori e l'associazione contano ancora più di ieri sulla generosità dei privati.

Veronesi: grazie Napolitano
«Grazie al nostro presidente Giorgio Napolitano, che ci riceve ogni anno. La sua partecipazione e il suo sostengo sono un enorme conforto per noi
che viviamo questa difficilissima, frustrante lotta contro la più crudele e antica delle malattie». Così Umberto Veronesi, direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, ha chiuso il suo intervento alla cerimonia al Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per la Giornata per la ricerca sul cancro, promossa dall'Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro).

Schifani: ricerca strumento indispensabile
Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha sottolineato in un messaggio al presidente dell'Airc, che «la ricerca scientifica é uno strumento indispensabile per lo sviluppo e influenza i fattori capaci di innovare e costruire un futuro migliore. Per questo é dovere di tutti, istituzioni, forze politiche, ma anche cittadini, contribuire a sostenerla per renderla sempre più efficiente e all'altezza dei risultati all'avanguardia nei quali tutti noi crediamo».

Fazio: certificare la rete oncologica di eccellenza
Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, indica, anche per il lavoro del futuro governo un percorso: individuare e certificare nel nostro Paese una rete oncologica di eccellenza. «Il ministero - ha detto Fazio - ha già identificato una serie di indicatori che si aggiungono a quelli, già utilizzati
ma da rivedere, sulle qualità e sulle quantità della ricerca scientifica. A tale proposito, pensiamo a indicatori di appropriatezza (vale a dire la correttezza delle cure e dell'utilizzo delle risorse), di organizzazione (come le liste di attesa), di integrazione con il territorio e con le città, di
centralità della persona e di continuità assistenziale, di informazione». E ha reso noto che è stato recentemente concluso un lavoro di analisi dello scenario cominciato tre anni fa, in collaborazione con Agenas e le Regioni. Si tratta di una sorta di radiografia contenente i dati sugli esiti delle principali patologie in tutta Italia, e cioè del risultato delle cure per
ogni Asl e ospedale.

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