Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2011 alle ore 16:51.

My24
Il satellite russo sulla Luna di Marte, Phobos. IllustrazioneIl satellite russo sulla Luna di Marte, Phobos. Illustrazione

È iniziata una gara mondiale per recuperare la missione spaziale russo-cinese Phobos Grunt, che porta con sé verso Marte e la sua luna Phobos anche alcuni esperimenti biologici di Università degli Usa. L'Europa, con la sua Agenzia spaziale, ESA, sta dando una mano ai russi di Roscosmos infatti e si profila anche un appoggio di NASA.

Lanciata nei giorni scorsi in modo perfetto dalla base spaziale di Baikonour in Kazakistan la sonda è ora parcheggiata in un'orbita stazionaria attorno alla Terra, senza alcun controllo. Qualcosa non ha funzionato infatti pochi minuti dopo il lancio: chi dice l'hardware e chi il software, fatto sta che i motori non si sono accesi al momento giusto per scagliare le 13 tonnellate del satellite verso Marte in quella missione di 33 mesi che prevedeva di arrivare al Pianeta Rosso, lanciare la sonda cinese da 115 chili Yinghuo 1 che deve fare la cartografia dei Marte per i futuri astronauti del Paese del Dragone, e far atterrare sulla piccola luna di Marte, Phobos, la sonda principale. Questa doveva analizzare il suolo, grunt in russo, e addirittura riportarne due etti sulla Terra in un contenitore. Arrivo previsto fra 33 mesi.

I molti tentativi riagganciare le comunicazioni con il satellite per rimetterlo nella rotta giusta sono andati tutti a vuoto nonostante l'aiuto europeo.
La situazione è delicata dato che, per rimediare, i russi hanno tempo solo fino al 20 novembre. Oltre quella data non è possibile alcuna rotta verso Marte per il satellite, come se si chiudesse un passaggio a livello. L'agenzia Roscomos non ha fino ad oggi rilasciato dichiarazioni ufficiali, né sul suo sito si trova alcuna dichiarazione sull'accaduto, con uno stile che si pensava seppellito assieme all'Unione Sovietica.

In realtà c'è già chi ha fatto il conto di quando il satellite, senza più controllo, cadrà sulla Terra e si parla di fine mese o primi giorni di dicembre. Non è chiaro con quanta competenza siano state annunciate queste date, visto che le orbite di rientro incontrollato sono particolarmente complesse e in definitiva casuali.

Sarebbe il terzo che ci "cade in testa" nel giro di un mese: prima il satellite americano UARS, poi quello tedesco ROSAT, entrambi inabissatisi negli oceani senza alcun danno, e ora questo. Qualche preoccupazione questa volta si potrebbe però avere, dato che gran parte delle 13 tonnellate di peso è dovuta al gas propellente, idrazina , comunemente usato nei satelliti ma che ha il particolare di essere fortemente tossico per gli umani. Si parla anche di una piccola quantità di materiale radioattivo a bordo, cobalto.

Gli esperti assicurano che l'idrazina si vaporizzerebbe negli strati alti dell'atmosfera, ma la permanenza in un'orbita alta come quella che sta seguendo il satellite ora potrebbe averla portata al congelamento.
In ogni modo è bene anche stavolta lasciare i catastrofismi e concentrarsi sul recupero di questa importante missione spaziale, costata ai russi 150 milioni di euro.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi