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Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2011 alle ore 08:10.
Una giornata, se possibile, più densa delle precedenti. E di certo la più "politica" di Mario Monti, che più lo avvicina alla guida del Governo. Anzi, ieri, è stato il suo primo giorno a Palazzo Chigi dove ha incontrato Silvio Berlusconi, Gianni Letta e Angelino Alfano in un colloquio che è durato circa due ore. Nessun commento ufficiale né all'entrata né all'uscita ma i temi sul tavolo erano stati in qualche modo squadernati da un Pdl in fibrillazione che parlava di posti al Governo e – in subordine – di programma. Insomma, la lista dei ministri, le garanzie per il premier, l'appoggio del Pdl: queste erano le spine e di queste si è parlato.
E per come è finita la giornata, con Gianni Letta che ha annunciato il suo «passo indietro» da candidato sottosegretario a Palazzo Chigi (ma la questione potrebbe tornare sul tavolo), sembra proprio che le spine siano rimaste tutte in mano al Cavaliere.
Prima di Silvio Berlusconi era stato un faccia a faccia con il leader dell'opposizione, Pierluigi Bersani e il suo vicesegretario Enrico Letta, a occupare la mattinata. Anche qui il colloquio è stato cordiale ma si è arrivati dritti al punto: lista corta di ministri tecnici e, soprattutto, le cose da fare. Se infatti la squadra di governo era il tema più spinoso per il centro-destra – che deve lasciare le "poltrone" – con il centro-sinistra le spine attengono più alle cose da fare. Alle riforme scritte nella lettera della Bce a cominciare dall'abolizione delle pensioni di anzianità, alla riforma del mercato del lavoro e dell'articolo 18. Più liscia sembra invece la strada che porta alle liberalizzazioni e patrimoniale, misura lanciata proprio dal Pd.
Ma quello che è apparso chiaro nelle intenzioni di Monti in tutti i colloqui politici che ha avuto ieri è che il Governo procederà dritto su una strada che sarà prevalentemente economica mentre il Parlamento – e la politica – dovrà occuparsi delle riforme istituzionali a partire dalla legge elettorale. Insomma, una sorta di divisione di ruoli tra "tecnici" e "politici" in cui gli uni non interferiscono nelle competenze degli altri. Di questo il premier in pectore ha parlato anche con Pier Ferdinando Casini, con colui che più ha spinto per una soluzione di unità nazionale nel segno di Monti (come del resto aveva fatto Walter Veltroni dal Pd). «Buonasera, questa sarà la mia dichiarazione più lunga», diceva l'ex commissario Ue ai cronisti che l'hanno aspettato fuori dall'hotel Forum dove soggiorna in questi giorni.
Ma se la politica ha il suo ruolo e il suo peso, il Governo Monti nasce nel segno della crisi economica e della diffidenza dei mercati e dell'Europa. E, dunque, è stato l'incontro con Mario Draghi quello sicuramente determinante nel programma e nelle prime misure che Monti dovrà attuare. L'incarico per formare il Governo dovrebbe arrivare già stasera e molti credono che lui si presenterà al Colle con una lista di ministri in tasca. Questo vuol dire che ci sarà un'accelerazione molto forte anche sui provvedimenti da adottare. Provvedimenti di cui si è parlato in quel colloquio di un'ora e mezza tra Monti e Mario Draghi che ha raggiunto il premier in pectore nel suo ufficio a Palazzo Giustiniani. Una manovra correttiva potrebbe essere il primo atto per rassicurare un'Europa che punta l'indice contro il target – già in alto mare – di centrare il pareggio di bilancio nel 2013. Così come saranno subito annunciate le riforme che impegneranno il Governo e il Paese nei prossimi mesi. Riforme che Draghi scrisse insieme al suo predecessore alla Bce – Jean-Claude Trichet – nella lettera del 5 agosto scorso al Governo Berlusconi.
L'AGENDA
Da Draghi a Berlusconi
La giornata di ieri di Mario Monti è iniziata con l'incontro con Mario Draghi di prima mattina, ha sentito poi tutti gli attori politici: il Pd, innanzitutto, quindi Silvio Berlusconi, il Terzo Polo e i presidenti di Camera e Senato. Il messaggio è chiaro: fare in fretta. Con una deadline precisa: l'apertura dei mercati di domani
Le consultazioni
Oggi è la giornata delle consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo Governo: si svolgeranno dalle 9 alle 17. I primi a salire al Colle dal presidente Napolitano saranno i presidenti delle Camere Renato Schifani e Gianfranco Fini. Ultima al Quirinale la delegazione del Pdl alle 17,15
L'incarico a Monti
La giornata dovrebbe chiudersi con l'incarico all'ex commisario Ue di formare un nuovo governo. Il capo dello Stato dovrebbe chiamare Monti in serata e il premier incaricato potrebbe presentarsi già con la lista dei ministri: una compagine molto ristretta, limitata a 12 ministri, con un ritorno alla vecchia legge Bassanini
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