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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2011 alle ore 17:25.
L'ultima modifica è del 14 novembre 2011 alle ore 11:33.

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«Dobbiamo fare grandi sforzi perché l'Italia sia protagonista nel prossimo futuro: occorrono istituzioni credibili e bisogna sprigionare uno sforzo collettivo»: lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando all'Accademia dei Lincei a conclusione del convegno "Europa 2020: rendere l'Italia protagonista". Il presidente della Repubblica riconosce che il compito è «difficile» ma la crisi economica sia da «stimolo difficilmente esorcizzabile per unire le nostre forze e ottenere il massimo della coesione, e avere il massimo del protagonismo».

Nel nostro Paese, ha proseguito il capo dello Stato, «emergono delle difficoltà di fondo che, non solo nell'ambito della ricerca, più in generale ostano a che l'Italia sia effettivamente protagonista e lo sia in Europa con gli obiettivi comunitari del 2020». Fra gli ostacoli che impediscono la ripresa economica italiana, il presidente della Repubblica ha individuato «difficoltà e riluttanza a ordinare le risorse pubbliche secondo priorità meditate e tese allo sviluppo economico e civile».

Dunque, il capo dello Stato ha lanciato il suo appello: «Quanto più scarse sono le risorse a disposizione, tanto più è necessario uno sforzo di selezione e un rigoroso criterio cui ispirarla, stabilendo priorità da rispettare giorno per giorno». Napolitano ha denunciato le «difficoltà delle sinergie tra pubblico e privato nell'uso delle risorse messe a disposizione dell'Europa». Bisogna, ha continuato il presidente della Repubblica, «mettere a frutto le energie intellettuali, i talenti scientifici del paese: l'Italia deve fare i conti con tutte queste difficoltà e pretendere di esercitare il suo ruolo di protagonista in Europa in virtù di quello che ha esercitato nella formazione della Ue».

Questa mattina Napolitano aveva inviato un messaggio ai partecipanti della sessione autunnale del Consiglio Esecutivo del Programma alimentare mondiale ai cui lavori, per la crisi, non ha potuto prendere parte. «Comprenderete come la delicatissima e cruciale crisi di governo apertasi in Italia mi impegni in modo tale da impedirmi di essere questa mattina con voi», aveva scritto il presidente della Repubblica.

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