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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2011 alle ore 10:57.

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La crisi debitoria passa in alcuni Paesi dal Governo tecnico. In Italia e in Grecia salgono in sella nuovi Esecutivi guidati da tecnocrati. Riusciranno a stabilizzare la situazione e a trovare soluzioni là dove la classe politica è stata costretta a dare forfait? Nelle file dell'establishment europeo la speranza è molta, anche se dubbi sulla solidità di questi esecutivi non mancano.

L'incarico a Mario Monti di formare un nuovo governo "è un nuovo segnale incoraggiante sulla determinazione delle autorità italiane a superare la crisi", hanno affermato in un comunicato ieri sera il presidente del consiglio europeo Herman van Rompuy e il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. «La Commissione continuerà a monitorare l'implementazione delle misure prese dall'Italia allo scopo di perseguire politiche dirette a sostenere crescita e occupazione».

Mario Monti, che è stato incarico ieri di formare un nuovo governo in Italia, ha ricevuto moltissimi apprezzamenti dai membri europei della Commissione Trilaterale, l'organizzazione creata ormai quattro decenni fa da David Rockfeller, Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski con il compito di rafforzare i legami tra l'Europa, gli Stati Uniti e il Giappone in piena crisi petrolifera.

«La scelta di Mario Monti alla guida del nuovo governo italiano è un'ottima scelta - spiega l'ex presidente della Federal Reserve Paul Volcker, in una pausa dei lavori dell'organizzazione che ha tenuto un incontro questo fine settimana in un albergo dell'Aja - È una scelta promettente. L'uomo conosce i problemi, è molto rispettato a livello internazionale. Siamo tutti contenti che abbia accettato la sfida».

La Trilaterale organizza a cadenza regolare incontri tra i suoi membri per discutere i grandi temi d'attualità. Vi fanno parte diplomatici, economisti, banchieri e giornalisti. Quando nacque, nel 1973, il foro discuteva di come contribuire alla nascita della globalizzazione. Oggi discute per molti aspetti di come salvare la globalizzazione. Lo stesso Monti è stato finora presidente della sezione europea dell'organizzazione.

L'ex commissario europeo Peter Sutherland è sulla stessa linea di Volcker: «Monti è un uomo eccezionale che gode di tutto il mio rispetto». In parte dietro alle reazioni raccolte qui ieri si nasconde la naturale soddisfazione di un certo esprit de corps, ma c'è anche il sentimento che in alcuni Paesi della zona euro la classe politica abbia fallito nel prendere le giuste decisioni, e che sia necessaria una svolta radicale.

Il destino vuole che il nuovo premier greco, Lucas Papademos, sia anch'egli un membro della Trilaterale. L'ex cancelliere austriaco Wolfgang Schüssel crede che l'Esecutivo tecnico in alcuni Paesi può essere «per ora una buona cosa». Ma aggiunge: «Prima o poi i partiti vorranno riprendere il controllo della vita politica e del governo. Sia Papademos che Monti dovranno agire rapidamente per avere successo».

Ambedue le personalità hanno gestito grosse macchine burocratiche. L'economista greco è stato governatore della Banca centrale greca e vice presidente della Banca centrale europea. Il professore italiano è stato commissario europeo e presidente di una grande università, la Bocconi. Ma nessuno dei due ha un mandato popolare e nessuno dei due ha avuto a che fare quotidianamente con le mille trappole di un Parlamento.

Sutherland capisce il ragionamento, ma non crede all'idea della "dittatura dei tecnocrati", così come è emersa nei giorni scorsi in alcuni commenti della stampa europea. «Nessun esecutivo prende il potere senza il consenso di un parlamento», fa notare. E aggiunge: «La verità è che abbiamo bisogno di esecutivi che diano una risposta risoluta alle sfide provocate dalla crisi debitoria».

L'importante è evitare che i Governi tecnici diventino un modo per la classe politica, e i paesi in generale, di guadagnare tempo, ignorando le scelte più dolorose. L'urgenza è d'obbligo. Da più parti aumentano i rischi di una stretta delle liquidità e di un ritorno della recessione. Nelle discussioni di ieri è emersa forte l'esigenza di una vigilanza veramente europea del settore creditizio.

Più in generale, molti dei partecipanti ai lavori della Trilaterale sono convinti che i due nuovi governi, a Roma e ad Atene, dovranno approfittare dell'attuale debolezza dei professionisti della politica. Alle prese con debiti elevati ed economie asfittiche, Italia e Grecia dovranno cercare di agire sui due fronti, rapidamente. La sfida non è facile; ma sia Monti che Papademos potranno cavalcare la fiducia che il loro arrivo sta suscitando.

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