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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2011 alle ore 21:36.

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Farnesina, la nomina di Terzi di Sant'Agata dà il via a un valzer di poltrone tra le felucheFarnesina, la nomina di Terzi di Sant'Agata dà il via a un valzer di poltrone tra le feluche

ROMA – Il nuovo ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata atterrerà giovedì mattina a Roma proveniente da Washington per il passaggio di consegne con il ministro degli Esteri Franco Frattini. Nel lungo colloquio di questa mattina tra il presidente incaricato, Mario Monti e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il nome di Terzi è quello che ha fatto registrare i maggiori consensi battendo sul filo di lana quello di un altro ambasciatore (a riposo) come Giancarlo Aragona, da pochi giorni nominato presidente dell'Ispi di Milano e dello stesso segretario generale della Farnesina, Giampiero Massolo.

Un'altra candidatura di peso come quella di Giuliano Amato era già caduta nella giornata di ieri quando il gioco di veti incrociati tra le due forze che appoggiano il governo, ossia Pdl e Pd aveva di fatto escluso la possibilità di ingresso di politici, sia pure d'area, nell'esecutivo come Letta e Amato. La nomina di Terzi è stata accolta con soddisfazione negli ambienti dell'amministrazioone americana e da molti esponenti di spicco della politica israeliana. Ma il nuovo ministro degli Esteri può contare su rapporti privilegiati con il Quirinale, con il Pd (quando Massimo D'Alema resse la Farnesina nel 2006) e su una relazione particolare con l'attuale presidente della Camera, Gianfranco Fini, per il quale curò fin nei dettagli (trasformandola in un successo politico) la storica visita dell'ex leader di An in Israele nel 2004.

Ma la nomina di Terzi innescherà fatalmente un effetto domino su molte caselle della Farnesina a cominciare da quella lasciata libera di ambasciatore a Washington. Una poltrona per la quale non mancano candidati di rango a cominciare dal segretario generale Giampiero Massolo (il quale, tuttavia, non ha mai fatto mistero di preferire collocazioni romane) all'attuale rappresentante presso le Nazioni Unite a New York, Cesare Ragaglini fino al vicesegretario generale della Nato, Claudio Bisogniero il cui mandato a Bruxelles sta per scadere. Nel caso in cui Massolo decidesse di varcare l'Oceano Atlantico al suo posto potrebbe andare lo stesso Ragaglini o, in alternativa, l'attuale ambasciatore a Berlino, Michele Valensise. Ma non si esclude neppure una scelta di "discontinuità" come quella di Elisabetta Belloni, attuale direttore generale della Cooperazione e già apprezzatissima responsabile dell'unità di crisi della Farnesina.

Spostamenti di diplomatici sono previsti anche tra gli stessi palazzi romani. L'attuale capo di gabinetto di Frattini, Pasquale Terracciano, dovrebbe assumere a giorni l'incarico di consigliere diplomatico di Mario Monti a Palazzo Chigi. Una collocazione romana si preparerebbe anche per Bruno Archi che da consigliere diplomatico di Silvio Berlusconi è attualmente a disposizone del segretario generale non avendo ottenuto (a differenza dei suoi illustri predecessori Gianni Castellaneta e Gianpaolo Scarante) alcuna collocazione prestigiosa all'estero.

La necessità di reperire per il Governo figure tecniche di alto profilo anche all'estero provocherà inevitabili contraccolpi. Alla Nato l'uscita già prevista di Bisogniero non coinciderà con l'ingresso di un altro italiano (è canidato un tedesco) e la nomina dell'ammiraglio Giampaolo Di Paola alla Difesa lascerà fatalmente scoperta la casella di presidente del comitato militare della Nato carica gestita con grande equilibrio durante tutta la fase dell'azione in Libia. Molto difficilmente però quella casella tornerà ad un italiano. Diverso il discorso per il Tribunale di prima istanza della Ue a Lussemburgo dove i giudici sono 27 come gli Stati membri e dove l'uscita di Enzo Moavero Milanesi per assumere l'incarico di ministro per le Politiche comunitarie verrà coperta da un altro giudice italiano che sarà designato dal nuovo Governo e nominato dal Consiglio Ue.

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