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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2011 alle ore 06:36.

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ROMA
Con la nomina di Antonio Catricalà a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del nuovo Governo Monti, si apre la partita per la sua successione alla guida dell'Antitrust. Quella del presidente del'Autorità è una nomina che spetta congiuntamente ai presidenti di Camera e Senato: Gianfranco Fini e Renato Schifani dovranno infatti indicare la personalità cui affidare il mandato che è di sette anni non rinnovabile. Nel caso in cui i vertici delle due istituzioni non trovassero un nome già nelle prossime ore, a guidare l'Autorità sarebbe Antonio Pilati, il componente più anziano per nomina (12 gennaio 2005) rispetto a Piero Barucci e Carla Rabitti Bedogni (in carica dal marzo del 2007) e Salvatore Rebecchini (nominato il 12 febbraio 2009). Anche Pilati tuttavia è prossimo alla scadenza dell'incarico, il 12 gennaio 2012. Come si sa, la lettera della Commissione Ue chiedeva un rafforzamento dei poteri dell'Antitrust e il professor Mario Monti, il quale alla tutela della concorrenza ha dedicato buona parte della sua vita professionale, avrà voce in capitolo nella definizione delle candidature che i presidenti delle Camere valuteranno. L'ipotesi di un approdo in Antitrust qualche mese fa non aveva convinto Lorenzo Bini Smaghi, esponente del board Bce che ha da poco dato le dimissioni per andare a insegnare ad Harvard; si parla ora di un'analoga prospettiva anche per l'attuale direttore generale dell'Economia, Vittorio Grilli; sempre che da parte del premier Monti non prevalga la decisione di designarlo come suo viceministro a via XX settembre.
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