Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2011 alle ore 20:15.

My24

Feroce componente, insieme a Gheddafi e suo figlio Saif al-Islam, di quello che passerà alla storia come il triumvirato del terrore del regime del rais, anche Abdullah al Senussi ha terminato la sua fuga.

Arrestato oggi nel sud della Libia, su di lui si sono puntati i riflettori di molti osservatori internazionali che lo hanno indicato come il mentore delle azioni più spietate del Colonnello, come colui che lo ha spinto ad intervenire con la forza, incitandolo alla repressione. E sua sarebbe stata - sempre secondo alcuni analisti - l'idea di reclutare mercenari stranieri.

Sposato con la sorella della moglie di Muammar Gheddafi e a capo dell'Organizzazione per la sicurezza esterna della Libia - i famigerati servizi segreti della Jamahiriya - Senussi in passato è stato anche indicato quale responsabile del tristemente noto massacro di Abu Salim, la prigione dove - era il 1996 - vennero assassinati oltre un migliaia di prigionieri. Il nome di Senussi, 62 anni, è comparso anche tra quelli degli organizzatori della strage di Lockerbie, per il quale è stato condannato al Megrahi. E su di lui - così come per Gheddafi e Saif al-Islam - pende un mandato di arresto internazionale spiccato dal Cpi dell'Aja con l'accusa di crimini contro l'umanità.

Senussi avrebbe svolto - è la tesi della Cpi - un ruolo «cruciale» nell'attuazione di un piano concepito da Gheddafi e suo figlio, Seif al-Islam, per reprimere la rivolta popolare in Libia. Su di lui pesa l'incriminazione di omicidio e persecuzione di centinaia di civili, sopratutto nella fase iniziale della rivolta, a febbraio, a Bengasi. Nato nel 1949 in Sudan, Senussi negli anni '80 è stato responsabile per la sicurezza interna della Libia, in un'epoca in cui molti oppositori del regime di Gheddafi sono stati uccisi. Per poi occuparsi di intelligence. Nel 1999 è stato anche condannato in contumacia in Francia per il suo ruolo nel bombardamento del volo Uta Dc-10 in cui morirono 170 passeggeri. Secondo i dissidenti libici, sarebbe anche tra i sospettati dell'organizzazione di un attentato contro il principe Abdullah dell'Arabia Saudita nel 2003.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi