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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2011 alle ore 07:54.
L'ultima modifica è del 20 novembre 2011 alle ore 15:54.

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Continuano gli scontri dopo una notte di violenza che ha visto tre morti tra Il Cairo e Alessandria. Nella foto alcune tende di fortuna vengono date alle fiamme dopo l'ingresso delle forze di sicurezza egiziane in piazza che si sono scontrate con i manifestanti (Epa)Continuano gli scontri dopo una notte di violenza che ha visto tre morti tra Il Cairo e Alessandria. Nella foto alcune tende di fortuna vengono date alle fiamme dopo l'ingresso delle forze di sicurezza egiziane in piazza che si sono scontrate con i manifestanti (Epa)

Aumenta il bilancio delle vittime degli scontri di ieri in piazza Tahrir al Cairo. Secondo una nota del ministero della Sanità egiziano, le persone uccise sarebbero 20 e quelle ferite 425, cifre molto diverse da quelle fornite in precedenza da un'associazione di medici volontari (15 morti e 1500 feriti).

Migliaia di egiziani occupano una delle piazze simbolo della primavera araba, dopo aver respinto la polizia, gli scontri con le forze di polizia sono continuati nelle strade adiacenti. Questa mattina, l'imam della moschea Omar Makram sulla piazza Tahrir, lo sceicco Mazhar Shahine, ha detto alla televisione pubblica di essere arrivato a un accordo con le autorità militari e che la situazione ora è tornata tranquilla.

Shahine ha spiegato di aver incontrato una delegazione dell'esercito e delle forze dell'ordine per raggiungere un accordo che preveda un cessate il fuoco. Un video diffuso su YouTube mostra alcuni poliziotti mentre trasportano e scaricano il corpo di una vittima in un cassonetto. Altre manifestazioni sono in corso ad Alessandria - dove ieri almeno un manifestante è stato ucciso negli scontri con la polizia - Suez, Ismailia, Qena e Assiut. Il premier Essam Sharaf ha convocato una riunione di emergenza dell'esecutivo per gestire la crisi, a sette giorni dal primo turno delle legislative; i manifestanti accusano l'esercito di volersi mantenere indefinitamente al potere.

Nonostante la situazione si faccia sempre più incandescente, il Governo egiziano non intende rinunciare e, in un comunicato diffuso dalla televisione statale al termine della riunione di emergenza, conferma le elezioni previste per il 28 novembre.

La candidata alle presidenziali Butaina Kamel ieri sarebbe stata arrestata dalla polizia mentre era con i dimostranti che volevano dirigersi verso il ministero dell'Interno. La notizia circolata su internet attraverso i blogger, non è tuttavia stata confermata. Secondo le stesse fonti, un ufficiale dell'esercito, uno della polizia ed altri agenti sarebbero stati presi in ostaggio dai dimostranti.

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